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lunedì 7 giugno 2021

Diaspora dei calabresi e del sud

Benvenuta signora! Questa è la sua camera. Venga. La aiuto io, lasci qui i bagagli.


No, non è l'arrivo e la relativa accoglienza in un luogo di villeggiatura. E non è neppure un albergo a 5 stelle. È un luogo di cura. Un ospedale d'eccellenza dove i dialetti si sommano. E le cadenze linguistiche non ti fanno sentire fuori luogo. È un pezzo di sud trapiantato al nord. È un'isola dove si pratica l'accoglienza e il rispetto per le persone sofferenti. È una terra che fa germogliare le eccellenze. Dà loro delle opportunità. E guarda caso molti professori vengono proprio dal profondo sud d'Italia dove ancora, purtroppo, tutto il settore del comparto sanità piange lacrime amare.


Avrei preferito conoscere questa realtà, diventata un vanto per la ricerca scientifica ma anche per gli interventi di routine eseguiti egregiamente, in altro modo. Come pure le strutture che ruotano attorno ad essa mi sarebbe piaciuto conoscerle e ammirarle con altro animo. Purtroppo è andata così. Il fato ha deliberato questo percorso! (o l'uomo?).


E a causa delle famigerate fughe dalla sanità, di certa sanità autoreferenziale, che qualcuno la definisce malapolitica che produce malasanità, che mi trovo a fare la conoscenza di persone preparatissime.

È doloroso ammetterlo! Sono nomi dalle origini semantiche ben radicate in una parte di terra Brutia. Nomi noti.


Cervelli in fuga?




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