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giovedì 2 aprile 2020

Viaggio in Calabria, nell'animo dei calabresi

Se neanche in situazioni difficili che coinvolgono tutti indistintamente non si è in grado di dismettere teorie di parte e svestire la mente dai preconcetti imbalsamati da inconsistenti ideologismi allora vuol dire che non c’è più niente da fare per salvare noi stessi e quelli che amiamo.
Il male c’è. Esiste. La cattiveria sembra essersi amplificata in noi, forse a causa dall'isolamento forzato sversiamo la rabbia sul primo malcapitato che i mass-media espongono lasciando intendere che qualcosa non va dal punto di vista etico oppure professionale.

La deriva malefica dei furbi, pronta a risucchiare dentro il loro bacino quanta più gente possibile, si maschera. Veste panni nuovi. Lindi. Personaggi assurdi indossano simboli di partiti che predicano la sacralità della persona, il bene per la famiglia, per l’altro. Lanciano trappole. E nelle loro reti, fittamente intessute, cadono in molti.
E, espedienti goliardici a parte postati sulle piattaforme social, tra un selfie di qualche ventennio addietro spunta sempre la nota rabbiosa di chi si scandalizza per un servizio giornalistico cucito ad arte.

Indignarsi!, è naturale davanti alla sbandierata inappropriata altezza dei ruoli da svolgere. E se poi lo sputtanamento è trasmesso su una rete nazionale, quel minimo di campanilismo rispunta con veemenza specialmente nei corregionali oltre confine.
Giusto, sbagliato? Non sta a me decidere.

La mia costruzione mentale mi spinge, prima di esporre personalissime considerazioni, ad approfondire i fatti, scavare, arrivare all'origine della notizia. Cioè a prima che il servizio giornalistico sia stato montato, aggiustato, manipolato secondo la strategia vigente nel palinsesto.
Mi duole il cuore riscontrare tanta pochezza di pensiero.
Eppure chi conosce davvero il cuore dei calabresi sa che non è così. Ovvio, c’è il male, già detto! C’è anche chi approfitta della situazione e cavalca il malcontento. Scrive, sentenzia dall'alto della sua magnificenza e gongola al solo pensiero dei seguaci che ne implorano la sua discesa in campo.

E poi ci sono anche gli invidiosi. Quelli con la testa e la pancia gonfi di rancore per chi è al potere e gestisce la cosa pubblica. O semplicemente chi, con la dedizione e la ricerca assidua, incamera ed esterna mondi nuovi. Comportamenti nuovi. Visioni nuove. Positive!
E chi è al timone furioso, cattivo, strutturalmente demoniaco di una nave fatta di materia purulenta non può fare altro che cercare accoliti da trasbordare nella deriva malefica e lì abbandonare.

Un viaggio in Calabria è ben diverso. Qualsiasi sia il mezzo di locomozione, basta osservare con animo sereno per comprenderne bellezza, storia e persone che la popolano.
E se poi c’è qualche svista, c’è sempre modo per rimediare. Basta un po’ di buona volontà e l’onestà intellettuale che non deve mancare mai.

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