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venerdì 15 marzo 2019

sulle spalle dei ragazzi

Ancora una volta i vecchi volponi hanno girato la frittata e fatto buon viso a cattivo gioco. E sì!, perché dei danni causati all'ambiente dalle fabbriche, ma più che dal progresso dall'ingordigia degli uomini che stanno a capo delle baracche di cartapesta, hanno dovuto prendersene carico i giovani!

È da qualche giorno che i mass-media coccolano la notizia della sedicenne svedese e del suo impegno a favore dell'ambiente. Greta Thunberg è riuscita a fare scendere in piazza i ragazzi di tutta l'Europa per dire basta agli inquinamenti e alla salvaguardia dell'ambiente.

sulle spalle dei ragazzi
"sulle spalle dei ragazzi"


Questa è senza alcuna ombra di dubbio una sonora sconfitta per i vecchi e per tutti noi che abbiamo permesso il degrado dell'ambiente attraverso il depauperamento delle materie prime e la loro trasformazione indiscriminata allo scopo di creare benessere e ricchezze per pochi.

Chi ci ha governato ha prestato il fianco abtorto collo. D'altronde c'era il ricatto sociale: lavoro o disoccupazione!
Ma quando l'inquinamento indiscriminato e criminale (ma remunerativo per i vertici aziendali, perché preservare e munire le fabbriche di sistemi efficaci per la depurazione e il trattamento dei fumi e delle scorie prodotte dal ciclo di lavorazione è costoso) è causa di malattie e morti a chi serve il lavoro?

Lo sapevamo tutti! Ci ha multato anche l'Europa. Eppure doveva incazzarsi una ragazzina per alzare il polverone e porre sotto i riflettori il problema ambientale che noi abbiamo fomentato giorno dopo giorno. E se lei è riuscita a smuovere le coscienze significa solo una cosa: siamo degli inetti. Inutile proporla per il nobel. Facciamo un mea culpa sentito. Pensiamo prima alle conseguenze dei nostri famelici intrecci affaristici senza lasciare che il tempo passi e demandare il problema sulle spalle delle generazioni future.  

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