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martedì 29 agosto 2017

Pittura di strada a Catanzaro, funzione e ricerca


Tra le tante virtù delle città di provincia, un tarlo instancabile lavora quieto e contamina le menti deboli:
L'invidia e la presunzione sono alcune delle costanti che fanno storcere il muso ad ogni minimo mutamento in positivo dello status dei giovani e dei meno giovani delle periferie urbane.
Nel commercio, nella musica o la letteratura, il teatro, in arte e nella cultura in generale, c'è sempre qualcuno pronto a minimizzare o gettare nel mondezzaio il lavoro di ricerca e la personalità altrui.

Raramente, invece, ci si imbatte nella sana critica costruttiva che, forse per questo, è fraintesa ed erroneamente contestualizzata e valutata come negazione e morte dei nascenti progetti.

Nell'analisi propositiva di chi si aspetta con coerenza intellettuale il salto qualitativo degli attori principali posti ad esempio c'è, per forza di cose, il suggerimento implicito a non accontentarsi e andare oltre il già detto e visto. non è, quindi, un tarpare le ali.bensì uno sprono!

Da qualche tempo, in Catanzaro, pare vi siano nuovi fermenti culturali.
Un'organizzazione di volontari amanti dell'arte di strada si sta impegnando per riqualificare gli angoli degradati della città decorandoli e abbellendoli con pittura descrittiva alla maniera dei murales carica di significati politici e sociali analoga a quella in voga negli anni '70/80 ma anche con graffiti di varia estrazione.

Davanti a tanto entusiasmo giovanile non si può che rimanere colpiti favorevolmente! Essere dalla parte della creatività! E, sempre, dei ragazzi che si inorgogliscono nel vedere il proprio lavoro esposto pubblicamente per le vie della città.
Il frutto dell'inpegno descrittivo diventa messaggio visivo contaminato dai proselitismi ideologici che accompagnano i rispettivi pensieri dei neofiti esploratori del mondo.
C'è, nel progetto di questi giovani, una nota di orgoglio. E anche la “presunzione” di fare della strada un laboratorio di ricerca artistica. Bene! il mio invito è di non demordere!

Da quanto ho visto, purtroppo, di ricerca artistica o segnica ce n'è ben poca. Alcuni si rifanno alla fumettistica e altri al segno stilizzato e impersonale che uniforma moltissimi writer's di tutto il mondo. E qualche installazione pop.
Non intendo, con questo, minimizzare l'encomio che porgo convintamente ai giovani “scrittori” dei rinati muri contaminati dalle vaste scale cromatiche. Anzi colgo l'occasione per esprimere la mia personale speranza insieme all'auguro di vederli proporre veramente, senza struggersi nella ricerca più del dovuto ma vivendola come puro gioco creativo, lavori personalissimi di linguaggi visivi carichi di pathos, non per elargire, appunto, “leziose lezioni di pittura, figurazioni e graffi inusuali” ma, per dirla alla Emile Zola, primo estimatore lungimirante degli impressionisti, constatare la forza creativa e leggere il cuore e la carne nelle opere delle nuove generazioni.

Buon lavoro ragazzi!

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