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venerdì 14 ottobre 2016

Al governo di una regione difficile

Calabria. Cronaca di una giornata qualunque:


E poi di colpo il decimo piano s'illumina, la missiva parte e da sotto si alza un grido liberatorio: “grazie Presidente!”.

Dopo ore di tensione Oliverio e i suoi collaboratori sono riusciti a far quadrare il cerchio.

La giornata è stata pesante per Oliverio. Ma alla fine è riuscito a far tornare a casa i manifestanti con qualche angoscia in meno.

La disoccupazione tutelata attraverso i lavori socialmente utili e progetti finanziati dalla regione non sono in grado di alleviare la fame di lavoro che c'è in Calabria.

Le retribuzioni sono un tasto dolente da onorare. I fondi non arrivano o devono essere stornati da altri capitoli. Questo mi sembra di capire dal racconto di un manifestante.
Oggi, costeggiando la cittadella in direzione Lamezia Terme, ho intravisto un gruppo di lavoratori giù nel piazzale. (Seppi in seguito che si erano incatenati al piano terra della cittadella regionale e chiedevano d'incontrare il presidente della regione Calabria.).


Lo spettacolo è desolante.
Una donna, mamma separata con figli a carico, (vengo a sapere in seguito) seduta sul davanzale del primo piano, col suo carico di disperazione minacciava di gettarsi giù. La grossa catena le serrava il collo, se l'era passata attorno al collo decisa di farla finita se non avesse riscontrato risposte positive dalla politica regionale calabrese al suo, al loro dramma. Il dramma di quanti non hanno altri proventi all'infuori di uno stipendio pubblico.
Le trattative, tese a risolvere il problema dei lavoratori rimasti senza stipendio da diversi mesi, sembravano ferme ad uno stallo insuperabile. Quando, dopo riflessioni e alchimie, il presidente Oliverio prende una decisione. Riesce a stornare da qualche capitolo, non chiedetemi quale perché non lo so, la somma necessaria e fa trasmettere la notizia.
Gli animi si placano. La signora, convintasi della bontà della notizia, scende dal davanzale, si libera dalla catena e insieme ai colleghi urlano un “grazie” liberatorio in direzione del decimo piano dove sono ubicati gli uffici della presidenza regionale.

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