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giovedì 13 ottobre 2016

Dario Fo, esempio di coerenza

Dario Fo l'ultimo giullare e re dei menestrelli è andato nel regno dei morti a rivisitare e mettere in scena il mistero buffo insieme alla sua compagna di vita e di spettacolo Franca Rame.
È stato compagno, adesso si dice “virtuale”, di provocazioni culturali di più generazioni e con la sua gestuale mimica ha saputo dare corpo e rafforzare la cadenza enfatica delle contrapposizioni verbali messe in scena. Sbeffegiava i potenti per dare voce ai deboli.
Amava dipingere e disegnare. Preparava bozzetti e quinte dei suoi spettacoli. Come sappiamo.
È andato via sorridendo. Così lo immagino. E forse avrà anche fatto l'ultimo sberleffo in punto di morte.

Ha detto sempre ciò che pensava in politica e nei rapporti sociali. Sovversivo? Forse! Coerente di sicuro.
La sua nomina nel '97 a nobel per la letteratura è stata una sorpresa. Anche quella conferita a Bob Dylan adesso lo è. Piacevoli sorprese entrambe.
Vuol dire che qualcosa sta cambiando. E lui che era un innovatore è stato il precursore.

Critico nei confronti di una politica inconsistente e poco chiara, Dario Fo si era definito "sconvolto" e "terribilmente stupito" per l'annuncio di Benigni a favore del Sì al referendum costituzionale.
Parole dure quelle utilizzate da Fo nei confronti di Benigni: l'ha accusato di tradire se stesso e di "cedere davanti alle lusinghe".
Da tempo vicino al Movimento 5 Stelle, Fo, ha chiarito: "La questione non è votare questo o quello, ma lasciarsi andare alla deriva. C’è qualcosa del ‘dare e avere’. Non c’è dubbio che questa posizione favorisce il governo e il potere. Sarà ripagato. Però mi stupisce terribilmente".
"A Dario Fo non si risponde, è come la mamma", aveva replicato Benigni nel giugno scorso.



Ed io che sono niente in confronto a loro come devo comportarmi davanti a quesiti simili?

C'è troppa bagarre attorno ad un referendum che, all'inizio, avrebbe dovuto essere un test per Renzi e il suo governo. Poi ha capito o qualcuno glielo ha fatto capire che non era il caso di personalizzare un affare costituzionale.




Ho fiducia in Dario Fo. E stimo anche Benigni. Mi è simpatico Matteo Renzi nonostante le sue televendite. Non sopporto invece i politici che hanno fin ora governato le sorti dell'Italia e hanno messo alla fame e schiavizzato i cittadini con le ripetute macellerie sociali.


Che fare? Votare sì equivale a confermare ischemie collettive, sedazioni ipertrofiche indotte, dipendenza narcolettica dai media e da chi li tiene sottoscopa. Sì, perché. È vero che le modifiche sono passate in parlamento e al senato ma è anche vero che avrebbero potuto essere dibattute e migliorate. Preoccupa anche che buona parte delle modifiche le aveva in programma Berlusconi.
… e se andassimo al mare o a raccogliere funghi? D'altronde non è la prima volta che qualcuno suggerisce l'astensione.
Sì va be' e poi se vince il sì?
Tranquilli! Non cambia niente rispetto a adesso. D'altronde, ogni volta che hanno voluto cambiare leggi o farne di nuove lo hanno fatto imponendo il voto di fiducia alle camere.
Più dittatura di così!
comunque, stiamo in campana e dormiamo con un occhio solo

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