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venerdì 15 luglio 2016

Calabria immobile tra piaggerie e migrazioni mentali

Mi è capitata tra le mani l'ennesima pubblicazione fatta con fondi pubblici destinati alla valorizzazione della cultura. Stampata in una delle case editrici calabresi e curata dai soliti noti che hanno conquistato l'egemonia nel campo della cultura locale, del turismo e quant'altro ruota attorno al carrozzone mediatico che avrebbe il compito di divulgare e fare decollare le eccellenze della Calabria compreso donne e uomini che si impegnano nei vari campi della cultura, dello spettacolo e del turismo.

courtesy M° Mario Iannino "emergenze"



Uso il condizionale perché nonostante l'impegno dei fondi pubblici investiti in simili operazioni e le numerose pubblicazioni corredate da dottissimi attori la Calabria rimane ancorata al palo del sottobosco turistico e culturale italiano. In sintesi il nulla assoluto!, rispetto alle cifre investite negli ultimi trentanni. Per concludere con un eufemismo: come eravamo siamo!
Eppure chiunque visita la Calabria rimane folgorato per la bellezza dei luoghi e la laboriosità della gente.

A questo punto due sono le cose: 1) la Calabria non è votata per i palcoscenici importanti, 2) oppure non ha i requisiti idonei checché ne diciamo noi instancabili sostenitori dei paradisi esistenti nella nostra amata terra.

Di sicuro, qualora vi fosse qualche carenza strutturale, questa sarebbe surrogata dalla passione e dalla creatività tutta calabrese pronta a spendersi con passione nel privato e nel sociale, ma ciò non è! I paesaggi mentali e fisici, la storia lo testimonia, sono dominati da una cerchia ristretta di personaggi ottusi che non aprono ad altri i loro orticelli disseminati da invidie e qualunquismi.

Ecco, Mario Oliverio, governatore reggente dell'attuale linea politica regionale, è a conoscenza di queste realtà? Parrebbe di sì! Visto il fervore col quale ha tuonato contro certa burocrazia malata. Eppure anche lui ha unto gli ingranaggi sbagliati. Ha dato fiducia e il patrocinio alle medesime organizzazioni e agli stessi uomini che da anni manipolano eventi che, sulla carta, dovrebbero divulgare eccellenze e portare in Calabria grandi numeri nel turismo spicciolo e culturale.

Ci si aspettava ben altro da Mario Oliverio. Un cambiamento di rotta. Un colpo di spugna...



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