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domenica 15 marzo 2015

Oliverio, dalle parole ai fatti

Dopo lo sfacelo targato Scopelliti che, con la geniale modifica apportata alla legge regionale, è riuscito persino a fare rimanere fuori dal consiglio regionale la candidata di FI alla presidenza Wanda Ferro surclassata di misura da Mario Oliverio, siamo in zona rossa, o, forse, è più opportuno dire rosata visto l'annacquamento dei valori che contraddistinguono la sinistra al governo.

Come ben si sa, Oliverio si è insediato da qualche mese. Ha voluto fermamente le dimissioni dei dirigenti regionali (che sono rimasti comunque a comandare e prendere decisioni sui destini dei calabresi) e ha nominato una sofferta quanto minuscola giunta.


Oliverio si aspettava di assumere e guidare, oltre che la presidenza regionale, anche la sanità.
Ma la nomina di commissario alla sanità, precedentemente affidata dal governo centrale, quindi dal duo Renzi e Lorenzin, a Scopelliti e successivamente a Pezzi, è andata, per volontà governativa ad un signore che se pur di origini, da parte di padre, calabresi, è sempre stato lontano dagli impicci della Calabria. Sarà un caso che la sua attività politica e tecnica, l'ingegnere Scura l'abbia praticata in Toscana?
Che Renzi non si fidi dei calabresi? Eppure, durante la campagna elettorale è venuto in Calabria. Ha fatto promesse. Si è dimostrato attento ai problemi della Calabria.
Perché, viene da chiedere, non ha dato l'incarico al presidente della regione così come lo ha dato a Scopelliti? (sappiamo bene che c'è stata una forzatura, basta guardare le date d'insediamento di Oliverio per capire che non era ancora in atto la modifica alla legge che ritiene incompatibile la funzione di Presidente con quella di Commissario).


Ma queste sono cose notissime. Quindi andiamo oltre.
La novità, potremmo dire, si chiama sfiga. Che associata ai tagli fatti alla ferrovia dall'allora super manager Moretti in quota PD isola Calabria e Sicilia.
Il crollo del viadotto Italia impone la chiusura del traffico tra gli svincoli di Lagonegro e Sibari.

La Procura di Castrovillari ha nominato due consulenti col compito di effettuare verifiche e controlli sulla struttura della Salerno-Reggio Calabria, nei pressi di Laino Borgo, nel tratto in cui, appunto, è crollato il viadotto e morì un operaio che stava lavorando sulla campata ora sotto sequestro.

Resta il problema della viabilità e delle conseguenze sull'economia di Calabria e Sicilia. Gli autotrasportatori dirottati sulla direttrice adriatica ed il traffico privato nel labirinto di strade statali e interne che allungano di molto i tempi non esportano un bel vedere e non incentivano certo il turismo.

In poche parole: Oliverio deve darsi una mossa. Se vuole davvero che la Calabria risorga deve investire il governo centrale. Esigere celerità e maestria negli interventi decisionali.
Deve smetterla di fare proselitismi. Essere pragmatico. E se il caso, decisionista.
Ha già parlato troppo! E dopo le parole necessitano i fatti.

Non siamo più nelle condizioni sociali che ci consentono di dilungarci e misurarci in interminabili esercizi dialettici. Il gioco delle parti non serve. È inutile e dannoso. Quindi inaccettabile.
E Mario Oliverio ha detto questo nella sua campagna elettorale. Lo ha ribadito anche nell'incontro di Lamezia coi disoccupati. Ma con le belle parole non si mangia