Web, sinonimo di libertà o nuova
Babilonia?
basta un pc. |
Ormai la maggior parte degli
internauti si sente in dovere di dire la propria opinione su tutto.
Argomenta sui social; vede complotti, vuole chiarezza e trasparenza
sulla gestione pubblica della politica. Sindaca e giudica persino
l'ignoto. Parteggia per questo o quel leader e fa sue le fantasiose
parole dei venditori di fumo.
Insomma, nel mare della comunicazione e
della cosiddetta democrazia liquida si fa presto a sconfinare.
Innamorarsi. Odiare. Schierarsi.
La tentazione di assurgere a leader di
un qualche gruppetto è forte. E la citrullaggine fa il paio con la
piacioneria.
Vecchi e nuovi comunicatori fanno a
gara per raggiunge il maggior numero di follow.
E, contemporaneamente, nel mondo della
comunicazione tradizionale si coniano definizioni ad effetto per
vedere rimbalzare sui social network le notizie.
Parlano di bomba d'acqua piuttosto che
di un temporale o un acquazzone. Fiume killer.
Catastrofi ambientali che sono sempre
accaduti e che adesso diventano più pericolosi per la mascalzonaggine
umana visto che si fa a costruire sugli argini dei corsi fluviali e
si erode spazio alla natura.
Insomma, ne più ne meno che come nel
calcio. Il web! Siamo tutti direttori tecnici e strateghi
infallibili, ma solo a fine partita.
Oh! sia chiaro. Questa non è una
reprimenda a quanti analizzano seriamente e pacatamente gli effetti
prodotti dalla cattiva gestione di certa classe politica. È un
richiamo a chi fa la ruota attorno al pavone di turno. A chi si
riempie la bocca di inutili e dannose frasi roboanti perché
consapevole che solo così riesce ad avere un nutrito seguito.
E quella che una volta si definiva
“maggioranza silenziosa” che fa? Sta affacciata alla finestra per
vedere crollare la Babilonia tecnologica piuttosto che schierarsi e
sminuirne gli effetti devastanti della disinformazione?
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