Pagine

giovedì 22 agosto 2013

Calabria, sulle tracce dei padri

"l'isola" Tropea
Quando si immette nel mercato degli affari un prodotto targato cultura il risultato può essere rischioso, di sicuro incerto.
Le crisi economiche e la sete di guadagni intaccano le coscienze, le minano e, quindi, piuttosto che pensare al profitto intellettuale dello spirito e alla ricaduta in termini di crescita interiore per tutti, le menti pragmatiche valutano il risultato economico immediato. Come biasimarle!

Non è un mistero, d'altronde, il giro di denaro pubblico e privato investito in sagre, mostre, riscoperte di numi storici consacrati nell'olimpo dell'arte, ma, raramente, purtroppo, per divulgare il lavoro dei nostri artisti contemporanei.

In Calabria le garanzie e le occasioni per spendersi e incentivare i progetti culturali non mancano! Esse sono parte integrante del territorio.
Le radici sono forti. E la cultura è tutt'uno, anzi conservata e protetta nel territorio e nel mare solcato da Greci, Spagnoli, Turchi.
Un territorio tormentato da fenomeni sismici e da invasioni storicizzate.
Quanto oggi appare non è altro che il risultato delle secolari vicende naturali e umane sopportate dall'antica terra dei Bretti.

E se da un lato i terremoti, gli alluvioni hanno spianato o inghiottito montagne e civiltà, dall'altro il vento incessante ha affinato le residue strutture architettoniche edificate nei secoli dagli invasori e rimaste in piedi.
Fantasmi architettonici di duemila anni e oltre narrano del passaggio di popoli, quindi, culture e civiltà che hanno insediato colonie e invaso il territorio calabrese dalle coste all'entroterra.

Da costa a costa, dal mar Jonio al Tirreno è tutto un pullulare di “ricordi storici”, alcuni scoperti e altri in paziente attesa dormono nelle acque e nelle campagne o, peggio, lasciate all'incuria.

Non sempre, purtroppo, siamo stati attenti costruttori di storia; accorti ricercatori del passaggio degli avi e conservatori di civiltà.

Gli anni tra il 1950 e 1970 sono stati i peggiori. I borghi contadini, abbandonati dalle popolazioni abbagliate da miraggio industriale, subirono un significativo calo demografico.
L'effetto migratorio da sud a nord spopolò interi paesi.

E, poi il ritorno dei nuovi migranti, con negli occhi l'opulenza di schemi abitativi più consoni allo status raggiunto, diede il colpo di grazia a tradizioni e cultura.
Orde pronte a investire in frenetiche costruzioni hanno contaminato e eroso territori ubertosi, coste suggestive e siti archeologici.

In quegli anni, impreparati a gestire una improvvisa ricchezza materiale, i silenzi assensi e le concessioni fecero scempio del passato.

Ma, da qualche anno, la cultura della memoria pare abbia fatto breccia e tentato di recuperare il passato attraverso mostre, divulgazioni di archeologie umane e territoriali, quali mestieri, percorsi, siti; alcuni sostengono che sia per curiosità o orgoglio d'appartenenza. Personalmente mi piace e voglio pensare che sia il frutto di una sorta di sincero amore per la natura unica e selvaggia della Calabria, la storia dei singoli, l'antidoto al consumismo, alla nevrosi che induce al possesso, all'accumulo di beni, spesso sono sottratti alla collettività.

Perché, è risaputo, la memoria, nell'evocare sentimenti d'appartenenza ad un territorio e alla sua storia rende migliori.

Anche se si tratta di un lavorio discontinuo e faticoso, a volte persino impercettibile, non solo in Calabria ma in tutta Italia, il viaggio intrapreso, se pur lento, lascia lezioni indelebili specie nelle giovani menti che, con spensierata allegria, si gettano fiduciosi nella ricerca delle proprie origini. Assaporano e godono di antiche nenie; canzoni folk accompagnate dal suono della lira calabrese, delle zampogne e delle ciaramelle. Le tarantelle sembrano rivivere gli antichi fasti delle feste patronali e degli avvenimenti familiari importanti come le promesse di matrimonio, le nascite e i battesimi.


Nessun commento:

Posta un commento

LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.