courtesy M. Iannino, "linguaggi metropolitani" |
Che i media abbiano un potere enorme è
risaputo.
I miti creati dai critici e magnificati
dai giornali che traggono i maggiori benefici dalla bramosia dei
voyeur si imboccano l'un l'altro le notizie. Progettano scoop.
Tessono trame più o meno torbide per catturare l'attenzione dei
lettori e di quanti seguono morbosamente gli idoli così creati,
forse, pur sapendo che la vita reale è differente da quella narrata.
Sarà il tormentone contemporaneo che
reca instabilità nelle menti della maggior parte di noi che induce a
cercare rifugio nelle visioni patinate e tra le righe delle parole
non dette?
Le persone accorte pare lo sappiano da
tempo. E Mario Monti, che è una persona accortissima, non fa
eccezione. Evita il contatto con i giornalai di strada e quando
programma una conferenza stampa misura tempi e luoghi.
«Buon Natale, tanti, tanti auguri».
Con queste parole Mario Monti ha liquidato i cronisti all'uscita dal
Senato, dove ha assistito al tradizionale concerto di Natale insieme
alle più alte cariche istituzionali.
Il professore non ha volutamente
rispondere ai giornalisti che esplicitamente chiedevano se il
colloquio con il Presidente Napolitano fosse servito per fare
chiarezza sulla sua possibile candidatura alle prossime elezioni
politiche. Interrogativo diventato un tormentone da dare in pasto a
ogni ora dopo che Berlusconi, con la sua ridiscesa in campo e le
plateali esternazioni, ha tolto la fiducia e fatto cadere il Governo
dei tecnici.
... comunque, meglio tacere che vomitare cazzate! l'esperienza insegna e abbiamo già dato.
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