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giovedì 28 ottobre 2010

i misteri d'Italia e il lavoro che manca

La vita degli uomini è costellata di misteri. La storia stessa, è fitta di misteri; le azioni dei governi, ma ancor prima dei politici, che, ineluttabilmente, nascondono qualcosa ai cittadini sigillandola col segreto di Stato sono misteri.
Noi italiani abbiamo assistito al crollo della prima Repubblica; abbiamo costatato come i partiti si autofinanziavano, come gestivano le aziende pubbliche e private. Tutti noi eravamo a conoscenza del fenomeno “lottizzazione” in Rai e negli ospedali, nella scuola e nei comuni. E chi aveva un santo in paradiso, dopo avere dimostrato fede e peso elettorale, stava tranquillo lui e i suoi familiari, perché un posto di lavoro non gli sarebbe mancato.
Anche allora c’era chi issava il vessillo dei puri, nonostante gli scheletri nascosti. D’altronde erano atei per definizione, quindi non si ponevano il problema di scagliare la prima pietra sul peccatore. Tant’è che hanno scaricato tutto il peso dell’infamia su Craxi anche i cristiani.

Chissà, forse ce l’abbiamo nel dna, il raggiro, noi italiani.
Rovistando nella storia ci accorgiamo che l’unità d’Italia non è andata proprio come ce la raccontano i libri scolastici. Apprendiamo, per esempio che i Savoia, che governavano “la padania” e giù di lì, avevano le casse vuote e che si sono risollevati attingendo ai forzieri dei vinti Borboni, perché all’epoca il regno delle due Sicilie era ricco e aveva industrie e mezzi di comunicazione che giù al nord se li sognavano, se solo avessero avuto fantasia per farlo.

Ma la rovina maggiore dell’Italia sono i furbi, quelli che hanno intascato i soldi pubblici e si sono arricchiti senza sudare. I furbi imprenditori che hanno portato i soldi all’estero nei paradisi fiscali, che non hanno pagato le tasse e hanno lasciato gli italiani in braghe di tela.

E mentre i rifiuti della Campania trovano spazi da riempire in Calabria, Brunetta ci dà l’ennesima bella notizia su quanti posti di lavoro si perderanno entro il 2013: 300mila posti in meno nella pubblica amministrazione!
Vedremo mai la luce?
Se i signori a 15/17000 euro al mese, della seconda repubblica, la smettessero di litigare e si mettessero attorno a un tavolo per dialogare serenamente e varare un piano per risollevare l’economia con la creazione di posti lavoro reali, la risposta è Sì!

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