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sabato 4 settembre 2010
per Mario Caligiuri, Assessore alla cultura, nominato da Scopelliti
Carissimo Mario,
Conosco il tuo impegno e la caparbietà nel portare avanti validi progetti culturali, grazie ai quali la Calabria trarrà senz’altro giovamento, come Soveria Mannelli, d’altronde, che hai amministrato saggiamente con passione e un bel po’ d’inventiva per tanti anni.
È inutile ricordare le arretratezze storiche della nostra bellissima regione ma permettimi di dire che l’unico grande artista contemporaneo riconosciuto nell’olimpo dell’arte e, cosa di non poco conto dal punto di vista economico, dal mercato che ruota attorno ai prodotti artistici, è il Maestro Mimmo Rotella, scomparso qualche anno addietro; comunque, poco conosciuto e valorizzato in vita dal grande pubblico e dalle realtà culturali nostrane.
Perché ti ricordo questo figlio di Calabria? Perché ritengo che ci siano altri talenti da valorizzare. Diamo la possibilità a quanti possono aiutare la Calabria, farla diventare meta di turismo culturale e, perché no, attraverso il lavoro aggiungere carisma a una terra già carica di cultura ellenica, magnogreca e romanica.
Gli eventi in programma sono per la maggior parte eventi espositivi importati, composti di pacchetti preconfezionati di artisti conosciuti solo dagli addetti ai lavori che emarginano e mortificano ulteriormente le intelligenze locali. Ciò comporta il depauperamento delle nostre risorse, giacché non vi è un ritorno economico/culturale per la Calabria. D'altronde i numeri parlano chiaro, attorno ai grandi eventi finora realizzati non c’è partecipazione attiva e conseguenzialmente non esiste indotto che arricchisca le strutture alberghiere e ristorative.
Si sa, la cultura non paga nell’immediatezza, però, se la volontà politica spiana la strada con i mezzi a lei confacenti e forma una scuderia artistica calabrese, senz’altro, questa, sarà volano propulsore di ricchezze intellettuali e materiali per i calabresi.
Sono sicuro che grazie alla tua sensibilità e lungimiranza, si possono invertire gli ordini dei fattori attraverso proficui scambi culturali così da dare precisi segnali ai giovani, agli artisti e a quanti sono costretti di tentare la ventura altrove. È quasi come l’emigrazione sanitaria che spinge all’esterofilia.
Ribadisco: la tendenza si può invertire solo con l’aiuto di una politica culturale regionale tesa a scoprire e valorizzare talenti, giacché il territorio è privo di quella classe cosiddetta “illuminata” propensa a spendere risorse private nel mercato della cultura, salvo poi, investire cospicui capitali in prodotti di artigianato artistico suggerito dai mercanti.
Un caro saluto.
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