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martedì 25 maggio 2010

intercettazioni e informazione: chi ha vinto e chi ha perso?

Ha perso la democrazia!


I temi caldi del giorno per la politica italiana riguardano, di fatto, la modifica all’articolo 21 della Costituzione Italiana dedicato, in sintesi, alla libertà di pensiero e quindi di stampa e diffusione di notizie d’interesse comune e alla legge sulla privacy, vale a dire quelle norme che tutelano la sfera privata dei cittadini e la libertà d'espressione.

Per capire e inquadrare bene l'importanza democratica assegnata universalmente ai due concetti è opportuno ricordare che la Carta Costituzionale della Repubblica Italiana è stata redatta da illuminati Uomini che avevano vissuto il momento storico forse più drammatico dopo l’unità d’Italia.
I Padri Costituzionalisti, essendo stati testimoni attivi e attori principali della trasformazione italiana da monarchia a Repubblica Democratica, hanno soppesato bene i problemi vissuti e per evitare il ripetersi degli errori hanno pensato di redigere la Carta Madre dei Diritti e dei Doveri per tutelare la nascente Repubblica e i suoi Cittadini.

Oggi a qualcuno l’estrema trasparenza e il coinvolgimento attivo alla vita democratica non piace più e ha deciso che si deve cambiare rotta e mettere un argine alle intercettazioni e a tutte quelle azioni democratiche che hanno denunciato lo sperpero di denaro pubblico e il malaffare, gli arricchimenti illeciti, le evasioni fiscali, le fughe di capitali, la promiscuità tra politica, affari e parti malate della società, insomma non si devono rendere pubbliche tutte le marachelle fatte dai personaggi che avrebbero dovuto, tutelate i beni comuni, amministrare lo Stato e far stare meglio i cittadini, e, che invece, hanno portato gli italiani a un punto critico di povertà.

È democraticamente giusto non essere informati delle azioni dei parlamentari e dei rappresentati del Popolo Italiano in merito alle politiche economiche e sociali dello Stato?
È lecito conoscere il vero volto di chi dice di lavorare per il bene degli italiani?
Considerando che nessuno è stato eletto perché obbligato, la risposta è scontata:
chiunque assume incarichi pubblici o ha a che fare con il destino di più persone deve moralmente essere al di sopra di ogni sospetto!