venerdì 23 ottobre 2009
l'Italia degli imprenditori predatori e del lavoro che non c'è
Emigrazione, immigrazione, sfruttamento ed emancipazione culturale del proletariato
Sono inebetito!
La classe operaia è invisibile. Non è più la forza lavoro trainante per l’economia Nazionale; capitale per le imprese ed entità fisica pensante. E per classe operaia s’intende non solo chi veste la storica tuta blu ma anche i colletti e i camici bianchi della ricerca. In sintesi: tutti gli attori produttivi di beni fisici e intellettivi.
Si deduce dai dibattiti politici e dagli orientamenti dei partiti. Si desume dai comportamenti parolai e dalle azioni perpetrate da quanti dicono di rappresentare i cittadini.
In Italia si è creata una situazione assurda: si tutelano i cosiddetti im-prenditori che prendono i soldi dallo stato e portano fabbriche e capitali all'estero laddove guadagnano di più grazie a situazioni sociali che si credevano debellati con l’emancipazione proletaria e con le leggi dello statuto del lavoro in atto in Italia.
Forse proprio per questo vanno nei paesi sottosviluppati: la fame e la miseria sono gli inibitori principali delle rivendicazioni salariali e sociali e solo quando questi freni diventano insopportabilmente coercitivi che succede qualcosa.
Per il momento assistiamo a un film già visto.
Nei paesi affamati e arretrati culturalmente, i nostrani im-prenditori, rivivono gli anni belli dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Con un colpo di spugna la Repubblica dei parolai ha cancellato le speranze di quanti credono nella rivoluzione culturale pacifica. Ancora una volta si è scritta una brutta pagina di storia che lascia tutti nello sconforto, specialmente i giovani che, stante così le cose, non conosceranno mai l’esperienza diretta del lavoro corale quale dignitosa attività che inorgoglisce.
Per concludere: siamo in una situazione difficile? Allora, per rispetto a quanti hanno speso la propria esistenza al fine di migliorare quella collettiva, che il Governo e l’opposizione, dicessero chiaramente cosa fare per uscire insieme dalla crisi.
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