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domenica 12 luglio 2009
m.iannino, oltre la parola, semiotica e creatività
Semiotica e creatività
LABORATORIO OLTRE LA PAROLA. Ente Nazionale Sordi. Calabria
Oltre la parola il di/segno condensa l’universo reale o immaginifico del singolo e lo espone, coerentemente alla personalità dell’autore, ad acculturati, analfabeti, adulti e bambini di qualsiasi etnia e stato sociale.
Il gesto chiarisce e raggiunge gli esseri, traduce la babele degli idiomi in chiari, immediati pensieri universali, anche se, strumenti, segni e metodiche del fare gestuale non sono tratti consapevolmente dall'atavico dizionario multietnico dell'arte visiva, la gestualità creativa implementa il piacere esplorativo dei sensi nella totale, invadente, curiosità del fare e appaga la naturale inclinazione umana al gioco intuitivo.
Intuizione e gioco sono aspetti caratterizzanti per la crescita intellettiva dell’uomo poiché la formazione acquisita attraverso la libera scelta del e col gioco, stimola la curiosità e induce il giocatore all’esplorazione.
Esplorazione intesa come azione indagatrice di eventi, episodi, scene, materia e concetti; che, isolata dai fenomeni utilitaristici di mercato, penetra l’ovvio, lo scandaglia, ne evapora gli umori, li condensa per riversali nel calderone propositivo dei linguaggi creativi. L’osservazione creativa, incentrata su effimere contaminazioni polimateriche occasionali, dà corpo a poetiche irreali e ingloba in un unico organismo plusvalenze variabili.
L’oggetto contaminato propone e va oltre il detto e visto. Non necessariamente in linea con la divina proporzione o con la dittatura del bello assoluto, è e rimane palestra per la mente che può o no piacere. Urtare sensibilità o offendere assolutismi estetici preconfezionati. Essere accattivante. Plastico. Involuto. Tetro. Drammatico… Comunque appaia agli occhi dell’osservatore, se catalizza l’attenzione, suscita interrogativi e lascia spazio a nuove ipotesi, il gioco ha colto nel segno: è riuscito laddove le teorie hanno provocato black out mentali o devianze concettuali inerenti i linguaggi dell’anima!
Il nuovo fare giocoso, anti/estetico, suggerito dalla commistione di notizie nasce e si alimenta di effetti plastici occasionali e da cromie popolari.
I linguaggi fluttuano nell’aria, sommergono oltre misura le esigenze reali della comunicazione; le commistioni visive multimediali, figurative, segniche, cromatiche, sovvertono ogni ordine e grado: creano l’imprevisto poetico!, d'altronde, chi ha deciso regole e tecniche grammaticali? L’uomo! Allora può decidere di abolirle, migliorarle, o avvalersi dell’area privilegiata dell’informazione temporanea, piagata da infinite combinazioni polimateriche: affiches lacerate su muri scrostati, insegne, graffi, combustioni, macchie, assi, strati levigati, butterati, in piano o sbilenchi. Pubblicità sbiadita, graffiti e manufatti corrotti, tutto ciò che i sensi assorbono diventa lavorio concettuale, sublimato o esasperato dalla sensibilità gestuale e dal ricordo del singolo.
Creatività è sinonimo d’incontro tra fantasia e operosità in assoluta libertà d’analisi; dalla fusione tra estro e scelta cognitiva di tecniche e mezzi espressivi avviene la trasformazione linguistica: l’azione gratuita della rivisitazione giocosa trasforma in valore semantico universale qualsiasi banalizzazione visiva.
Il plusvalore sviluppato dalla rivisitazione dell’oggetto attraverso lo contaminazione oggettiva e la consequenziale riproposizione poetica dello spazio conosciuto e occupato precedentemente dal medium, cresce o diminuisce d’intensità espressiva in sintonia col coefficiente reattivo dell’osservatore.
In sintesi, l’osservatore creativo trasforma le nuvole, le ombre o le macchie; le dilata o le comprime per appagare la sua disposizione mentale: crea animali, piante, cose, e con esse imbastisce storie fantastiche.
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