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mercoledì 1 luglio 2009

Catanzaro, distrazioni creative: la prima volta



Distrazioni creative: la prima volta

L'espressione grafica esternata attraverso il fare giocoso della traccia cromatica diventa distrazione; atto, gesto, concretizzazione visiva che si realizza nell'attimo stesso in cui nulla si pretende da quanto tracciato. Il risultato finale è di per sé importante già per il fatto stesso di essere lì, impresso sulla superficie; ne occupa lo spazio e lo personalizza.

Il “passatempo” creativo privo di regole, gratifica l'io del giocatore, lo incita a cercare nuovi mezzi espressivi, accostare materia, colore, segni affini alla fabulazione mentale fino a quando decide di smettere perché ha raggiunto ciò che vuole.
Il fare giocoso inventa percorsi dialettici mobili; impronte amorfe; pensieri che si trasformano e interagiscono; linee e colori che assumono forme cromatiche ancestrali.

La “distrazione creativa” astrae dalla quotidianità, sublima o esaspera il sentire, comunque, induce alla quiete interiore: i sensi tendono a isolare, tenere fuori dalla sfera sensibile gli elementi di disturbo per personalizzare lo spazio d'azione.
L'esperienza segnica, vissuta come gioco, rafforza l'autostima in quanto, non dovendo subire esami o giudizi, il “prestigiatore segnico”, combina alchimie al di sopra di ogni aspettativa.
Il laboratorio creativo deve essere vissuto, quindi, come luogo di gioco; isola fantastica in cui godere di ogni piccolo gesto; confrontare e confrontarsi per vincere tutti, insieme!
Mario Iannino

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