lunedì 22 novembre 2010

gioco creativo e mercificazione dell'arte

©mario iannino
mario iannino, creatività, 1987

Gioco creativo e mercificazione dell’arte.

Essere creativi significa modificare l’esistente; creare varianti, dialogare con la materia; proporre più opportunità di comunicazione visiva e gestuale seguendo personali itinerari mentali e sfociare con procedimenti, non necessariamente innovativi per quanto concerne la semantica della figurazione, aggiungendo, però, nuove opportunità linguistiche al lessico esistente.

La visione assimila concezioni linguistiche naturali comprensibili a chiunque in conformità ai canoni universali esistenti al nord come al sud e nei differenti punti cardinali della finzione visiva.
La realtà è davanti agli occhi e chi non ha il dono della vista, la natura lo dota di sensibilità tattile: la sua pelle “ascolta e vede” oggetti e persone circostanti, ne percepisce l’odore!

Creatività è proporre stratificazioni di saperi e culture differenti nell’attuale sistema espressivo, che sembra avere già detto tutto, con coraggiosi interventi dialettici e l’ausilio di: fotografia, cinema, video, installazioni, impacchettamenti, assemblaggi, graffiti e commistioni degli stessi.
Quello che dispiace in tutto ciò è la volgarità tesaurizzante degli eventi culturalmente poveri, spacciati, col supporto dei mass media, per operazioni culturali eccezionali.

Conseguenzialmente, la mercificazione selvaggia del prodotto, sia esso artigianato o artistico, anziché fare crescere la collettività apportando ricchezza di saperi negli intelletti, mortifica le povertà materiali dei singoli, infervora gli animi poco evoluti attratti dalla cifra esorbitante enfatizzata dal mercato e depista l'attenzione sul valore economico piuttosto che sull’analisi culturale proposta dell’artista.

domenica 21 novembre 2010

giornata mondiale dei diritti del bambino

Ieri è stata la Giornata mondiale dei diritti dei bambini. E mentre Google e Face book lo ricordano in rete, il primo, con una sorta di spot condensato nel logo in cui si vede un bimbo impegnato ad alzarsi, lavarsi, fare colazione e andare a scuola, face book invita gli iscritti a cambiare la foto con un cartone animato che ricordi l’infanzia dell’utente.
Nel frattempo ad Haiti si continua a morire di fame e di malattie, in Afghanistan e nelle regioni in guerra per gli stessi motivi con l’aggiunta dell’impiego delle armi da fuoco o per l’embargo che impongono gl’invasori. Nei paesi poveri del terzo mondo per malattie banalissime in aggiunta alla fame e nei paesi cosiddetti civilizzati per l’incuria dei grandi e la violenza dei malati di mente con devianze sessuali.
Insomma, nel marasma totale, le azioni strepitose sono seguite dai navigatori solitari del web ma che rappresentano, appunto, la virtualità della rete, che, purtroppo, lascia invariate le difficoltà reali dei bambini sofferenti sparsi per il mondo.

Niente cambia nella vita dei bambini costretti nelle realtà sociali degradate da politiche affamate di guadagni e espansioni territoriali.

Almeno in queste ore avremmo voluto vedere la classe politica impegnata seriamente in una campagna sociale degna, ma, impegnati, i politici, anzi, impegnatissimi, a tutelare la loro tenuta elettorale, almeno in Italia, si sono lasciati scappare quest’altra opportunità per dimostrare che non sono lì per tutelare interessi personali ma per governare e risolvere i problemi collettivi.
Peccato per loro, governanti improvvidi, e per i bambini derubati dei sogni e del futuro costretti in un mondo di ladri.

poetica della visione e contemporaneità culturale

©mario iannino
mario iannino, 1999, omaggio a mattia preti

Poetica della visione e nuovi media.


Se per gli storici dell’arte ha valore studiare e soffermarsi su pittori e tendenze delle epoche passate, per i pittori, nostri contemporanei, la storia dell’arte serve da stimolo per operare al meglio e sviluppare nuovi percorsi mentali nel campo della cultura e dei linguaggi visivi.
D'altronde, il progresso tecnologico ha sopperito egregiamente al lavoro meticoloso dei pittori ritrattisti e paesaggisti dei tempi passati.
I nuovi media esplicitano l’artigianalità pittorica con un notevole risparmio di tempi e mezzi il lavoro dei creativi che amano cimentarsi e proporre temi cari alla figurazione.
È naturale chiedersi, alla luce di quanto accennato, a cosa serve, oggi, lisciare minuziosamente una tela e scimmiottare i pittori del passato con tele, pennelli e colori? Indubbiamente un bel ritratto rivisitato dalla maestria di un valente pittore è qualitativamente più accattivante di una foto digitalizzata o serigrafata. Abbiamo visto come Andy Warhol ha rivisitato la foto di Marilyn Monroe, la stessa Marilyn che ha stuzzicato la creatività di Mimmo Rotella. Entrambi gli artisti hanno trattato la figura con metodi espressivi differenti e ognuno ha conferito un’anima poetica alle immagini rielaborate con tecniche non tradizionali. Warhol attraverso la fotografia serigrafata e Mimmo Rotella con il decollage.
Eppure la disinformazione o la carenza culturale di quanti guardano alla pittura contemporanea con lo sguardo rivolto al passato non accettano l’evoluzione poetica dei linguaggi visivi confondendo gioco creativo, messaggio culturale e mestiere pittorico.

venerdì 19 novembre 2010

come eravamo e come siamo messi

Com’eravamo.
Se non ricordo male è anche il titolo di un film. Un film ambientato nell’Italia meridionale, con l’esattezza in Calabria, quando si combatteva per l’unità. Un’unità nazionale fatta con la forza. Quindi subita dalle popolazioni.

Un’unità nazionale progettata in Piemonte ma imposta in tutta la penisola, che ha coinvolto appieno la massoneria e Garibaldi, venerato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia nonché braccio armato del complotto unificante e quindi eroe del risorgimento italiano.

Semplificando, di per sé, l’unione, non è una iattura perché presuppone solidarietà, aiuti reciproci tra regioni, gestione politica comune dei problemi che colpiscono la nazione, se non fosse per l’inadeguatezza culturale dei governi che si sono succeduti da 150 anni a questa parte.

Infatti, le arretratezze culturali, infrastrutturali e logistiche dei territori, spesso imputate alla natura inclemente per quanto riguarda disastri ambientali, cataclismi alluvionali e terremoti, sono invece a totale carico di quanti non hanno saputo o voluto governare e pianificare studi umanitari e scientifici a tutela dei cittadini e della nazione.

Tra liti e strategie di governo, si sta avvicinando la festa che commemora i 150 dell’unità d’Italia. Nel frattempo poche cose sono mutate. A parte il naturale cammino tecnologico e scientifico, la scuola dell’obbligo e altre piccole regole sociali di vita in comune, la lotta tra ricchezza e povertà surrogata da campanilismi rimane al primo posto nelle diatribe quotidiane.
Esponente primario della disinformazione culturale politica e sociale del deleterio principio egoistico, oggi in atto in Italia, è la lega nord.
Lega nord che brucia la bandiera italiana e pecca di blasfemia nei confronti della Repubblica con ripetuti attacchi alla Costituzione, al vilipendio della centralità dello Stato sintetizzato nello slogan politico “Roma ladrona”.
Roma che accoglie il Parlamento e il Senato della Repubblica Italiana e tra gli scranni siedono rappresentanti dei partiti democratici che operano proseliti in Italia, tra questi, oggi, siedono Ministri e Senatori della lega nord che tentano di tirare l’ormai striminzita coperta del welfare dalla loro parte. Ministri spesso volgari che non hanno dato un buon esempio dell’Italia nel mondo. Ministri che dovrebbero stare altrove.

giovedì 18 novembre 2010

se proprio devo morire

Sembra impossibile trovare una soluzione che metta d’accordo tutti. Eppure sarebbe così semplice! Basterebbe pensare che si deve morire e qualsiasi velleità si sgonfia.
O forse no? Forse è proprio per questo che alcuni pensano: “se proprio devo morire voglio godermela questa vita, perché nessuno è tornato dall’aldilà a dirmi che esista o che io abbia altre possibilità di vite future, di rinascite dopo la morte. Si va bèh qualcuno lo afferma con convinzione ma se non dovesse essere vero? Perché rischiare?”

Così pensano gli agnostici. Che, a differenza dei malavitosi, quindi, ‘ndranghetisti, mafiosi, camorristi e gente comune che fa del male al prossimo senza pensarci su due volte pur di trarre benefici personali, dopo aver commesso crimini si segnano con simboli religiosi. Innalzano statue a Padre Pio, glorificano S. Michele Arcangelo che abbatte il diavolo con la sua spada invincibile. Insomma, un misto di fede e folklore terra terra. Una fede alimentata anche da quanti si rivolgono alle statue per vedere esaudite preghiere e miracoli, nonostante le sacre scritture esortassero il popolo d’Israele a non innalzare statue e di amare l’Unico Dio in quanto Entità Spirituale. Ma l’uomo è debole. Ha bisogno di cose concrete, immagini, figure non retoriche che lo incitino e lo guidino verso mete paradisiache. Ed è per questo che falsi miti, piccoli uomini col tacco circondati da adulatori e servi sciocchi, governano la natura e l’uomo. ... se proprio devo morire... voglio vivere con dignità e poter guardare diritto negli occhi i miei amici, i familiari, i conoscenti e chiunque altro, animali e natura compresi.

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