giovedì 11 novembre 2010

faine e vecchie volpi in parlamento

barlumi di verità nell'Italia martoriata dai veleni


L’aspetto mostrato dalla politica attuale e deprimente, il quadro che la politica fa di sé attraverso le azioni di uomini e rappresentanti dello Stato Italia. Uomini che hanno giurato sulla costituzione di rispettarne i dettami e che invece hanno agito con arrogante cinismo per tutelari interessi di pochi. Noi cittadini assistiamo allo sberleffo finale, al tira e molla dei poteri istituzionali, alla bugia fattasi verità; a manovre di palazzo che non tutelano il Popolo ma gli avventurieri.
Ho dovuto riflettere a lungo, aspettare che la rabbia sbollisse e nel frattempo mi chiedevo, stando alle notizie trapelate ma non ancora confermate dalle persone chiavi, possibile che si possa stravolgere così la dignità di un paese? Possibile che un ministro della Repubblica possa avere una simile faccia tosta? Sì! È possibile! E a confermare i fatti, finalmente una persona onesta, si fa avanti e dice: non ci sto!

''Maroni è andato in Parlamento a calpestare la verità e questo non lo posso permettere''. Lo ha detto all'ANSA Annamaria Fiorillo.

Il pm dei minori di Milano di turno la notte in cui Ruby venne accompagnata in questura e che ora sulla vicenda, viste le discrepanze tra la sua versione e le dichiarazioni del ministro Maroni e del procuratore Bruti Liberati, che si è rivolta al Csm ha anche affermato: ''Hanno aggirato le mie disposizioni''.

Viene spontaneo chiedersi: se hanno fatto così per una semplice, come possiamo definirla, quale eufemismo adottare per non gettare ancora fango sugli italiani costretti a governi simili, festa goliardica tra giovincelli liceali? (chiedo scusa ai liceali, perché con certezza sono più seri e corretti verso le Istituzioni), possiamo fidarci di questa masnada di avventurieri e lasciare che continuino a guidare l’Italia e gli italiani?

T.Lucchetti: no a pubblicità che lede la dignità della donna

A Catanzaro è vitata la pubblicità che lede la dignità della donna.

La notizia ansa di oggi, pone qualche interrogativo in quanti non si soffermano ai proclami, ma vanno al di là degli stessi.

E vediamo nei dettagli cosa comunica l’agenzia giornalistica mentre i quartieri periferici della città di Catanzaro sono periferici anche nelle attenzioni degli amministratori comunali, ma di questo parleremo in seguito.

“ Vietata, nel territorio comunale di Catanzaro, l'affissione di cartelloni pubblicitari offensivi della dignità della donna.
Lo ha stabilito, con un'apposita delibera, la Giunta comunale su proposta dell'assessore alle Pari Opportunità, Tommasina Lucchetti. Il tutto per ''salvaguardare l'immagine e la dignità delle donne, negando il permesso di affiggere nel proprio territorio - si afferma nel provvedimento - immagini pubblicitarie lesive della dignità femminile''. (ANSA).”

Non c’è che dire, ottima trovata pubblicitaria per l’assessore alle pari opportunità! Se si considera la messa in onda di trasmissioni davvero lesivi per la formazione culturale di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, insomma dei futuri cittadini che dovrebbero ripulire il mondo dalla spazzatura mediatica che comprende concetti pilotati e assimilati quotidianamente da chiunque.

Credo che la consigliera abbia toccato un tasto infido. D'altronde la storia della comunicazione per immagini l’ha evidenziato abbondantemente. E poi, quale sarà il parametro tra comunicazione creativa e pubblicità offensiva? Chi sarà preposto a vigilare?
I quesiti da porre e sviluppare sarebbero molti, perciò inutile dilungarsi. Gradirei piuttosto assistere alla divulgazione e alla realizzazione di progetti culturali seri che facciano uscire dall’empasse, giovani e meno giovani costretti all’ignavia. E che ben venga una corroborante “espressione visiva” a scuotere le coscienze intorpidite dalla cultura manichea contingente.

p.s: non è che forse, presi dall’entusiasmo ci si dimentica della cosiddetta “libertà d’espressione?” e che i giudizi, il concetto del bello, l’arte stessa sono concetti soggettivi, collegati alla cultura individuale e collettiva?

mercoledì 10 novembre 2010

vanità orgoglio e tatticismi inibiscono la crescita degli italiani

Vanità, orgoglio e tatticismi politici; elementi condizionanti che inibiscono la crescita culturale e economica dell'Italia.

Le esposizioni mediatiche alimentano l’ego; orgoglio e vanità non cedono mai il passo al fare concreto, al pragmatismo costruttivo.
I mass media non prediligono le notizie cattive, perciò non divulgano con la stessa enfasi del gossip i casi di colera a Haiti, i problemi reali dei paesi indebitati, la realtà delle zone alluvionate o interessate da cataclismi che ne hanno modificato geografia ed economia locali.
La tivù, strumento primario mediatico, pilota le notizie e narcotizza gli animi manda in onda programmazioni leggere che facciano evadere dai problemi contingenti le persone prive di retroterra culturali ben definiti. Insomma chi non ha grossi problemi di sostentamento preferisce sorridere e magari ignorare i problemi altrui.

I vizi privati dei personaggi pubblici sono enfatizzati o contrabbandati dai mass media per libertà personale, privacy e naturale rampantismo, tradotti, sempre dai media amici, in impegno e altruismo, quando qualcuno, preso da magnanimità pietosa, regala soldi a povere donne costrette a prostituirsi.

Nessuno sembra fare il proprio mestiere correttamente e, nel frattempo, si evadono tasse, il governo non fa nulla per migliorare la qualità della vita dei cittadini e l’opposizione, prigioniera di antichi sortilegi aspetta qualcuno che interrompa il maleficio per interloquire coi diseredati. E nel frattempo a chi spetta il compito di tamponare il dilagante malcostume?

La politica, ormai è risaputo, è inesistente!
Le aziende sono soffocate dalla globalizzazione, nel senso che gl’imprenditori spostano le baracche laddove i burattini costano poco e loro possono guadagnare di più.
Che rimane? La risposta sembra scontata:
Al povero cristo non rimane altro che la rivolta, intesa come impegno culturale e democratico per sovvertire malcostume e prese in giro dei politici, oppure la preghiera.
Su quest’ultima, anche se praticata da molti perché intimoriti o imboniti dal clero che predica bene nelle omelie ma razzola male nella quotidianità, c’è qualche perplessità fondamentale per le ricchezze accumulate e i privilegi vaticani in antitesi a quanto predicato da Gesù e per i quali è morto in croce.

poverini questi politici!

Poverini questi politici. Che pena che fanno.

Nessuno li capisce. La gente comune, è troppo felice, vive una vita tranquilla per capire i drammi, gli sforzi sovrumani e le fatiche poco comuni che questi poveri politicanti devono affrontare e sopportare. Senza parlare poi dei giornalisti!, che raccontano bugie sul comportamento degli amministratori pubblici eletti dal popolo o nominati dal sovrano, che non è il popolo come recita la Costituzione, ma l’unto dal Signore, il cavalier servente delle ancelle non più morigerate.

Ma cosa ne può sapere il popolo delle ingiustizie subite da chi ha accumulato ricchezze per opera e virtù di qualche benefattore.
Che cosa possono sapere gli abruzzesi, gli aquilani, gli alluvionati, i senza lavoro, i precari, di come un povero ricco deve difendersi dalle cattiverie e dall’invidia dei derubati.
E, poi, cos’è opportuno: ripristinare i siti archeologici, Pompei, la casa delle armi dei gladiatori o destinare i fondi ai padani per la loro tenuta elettorale?

No, indubbiamente il popolo non è a conoscenza dei drammi interiori, delle lacrime, delle strategie e di come deve essere fatta una scelta per assegnare i ministeri. Certamente chi possiede gusto estetico è facilitato nella scelta, capisce immediatamente che è meglio una bella donna oppure un servo sciocco a un gay intelligente. Ma non tutti hanno simili facoltà o pensieri profondi, ecco perché c’è da comprendere, magari compatire, ma mai accusare o demonizzare la classe politica italiana: è tutta gente che lavora per consolidare poteri parentali e cortigiani! che male c'è se sono (poco) altruisti?

martedì 9 novembre 2010

Saviano, i blogger dicono cazzate?

Il blogger può interagire con Roberto Saviano? O essendo figlio di un dio minore deve genuflettersi e chiedere permesso prima di avanzare chiarimenti e dubbi?

C’è un fatto curioso che ricorre sempre nel costume degli italiani. Invochiamo sempre la Carta Costituzionale e ne elogiamo, oltre che difendere i principi costituenti, però siamo sempre lì lì per disattenderli quando qualcuno esterna un concetto difforme al nostro. Specie se si parla di libertà!
Qualcuno disse che sarebbe morto pur di difendere il pensiero altrui anche se non condiviso e oggi, nell’era internet, chiunque lo voglia può interrogare e interrogarsi; chiedere chiarimenti anche ad alte personalità della cultura, spesso definiti tali da lobby affaristiche salvo sporadici casi, uomini politici ecc. ecc. insomma si potrebbe asserire di avere raggiunto un grado d’interlocuzione abbastanza democratico, anche se poi alle domande fatte nei blog non seguono risposte, anzi sono bacchettate come “ora tutti parlano, si sentono in diritto di dire la loro pur non conoscendo i fatti!”. Ma è proprio questo il punto! Un individuo qualsiasi può esporre una titubanza o fare domande a Roberto Saviano senza sentirsi tacciato di “ignorante, di parte, malavitoso o colluso?”. Perché, se non erro questo mi pare di avere colto ieri nel programma di rai 3 con Fazio. Un programma, a mio avviso, "crudo" a parte i nomi noti e la bagarre apripista, ma questo è da vedere “trovare le prove non so mi auguro di no aspettiamo l’esito delle indagini dei magistrati” come direbbe il grande travolgente Benigni e buttarla sulla satira, ma in questo caso aspettiamo le analisi dei critici della comunicazione. Sempre secondo il mio modestissimo parere la trasmissione non ha prodotto nulla di nuovo: liste di ossimori, contraddizioni ben chiare anche in chi non ha scritto Gomorra e che dice la sua con post su internet.
I cittadini onesti, quelli cresciuti, per loro fortuna, e qui è necessaria la citazione di Gratteri, in ambienti familiari eticamente sani e che non hanno avuto la necessità di affiliarsi a nessuna cosca per campare, s’indignano davanti al malgoverno, al malcostume, alla violenza fisica e verbale.
I cittadini ottemperano a leggi morali che antepongono ai profitti leciti inspiegabilmente eccessivi e illeciti, la dignità e la tutela della persona. I cittadini sono certi che il diritto alla vita è sacro e nessuno può arrogarsi il diritto di toglierla, annichilire sensibilità e privare gli uomini del sostentamento necessario al mantenimento della specie.

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