lunedì 23 agosto 2010

viabilità e vocazione territoriale della calabria

I tesori della Calabria: vocazioni territoriali e viabilità.



La struttura geografica della regione suggerisce ritmi di vita lenti. Le sue strade, serpentine che congiungono la costa ai monti, hanno carreggiate necessariamente strette e le litorali, jonica e tirrena, anch’esse inadeguate all’utenza degli ultimi anni seguono la conformità del terreno incuranti delle esigenze votate alla velocità dai tempi moderni.
Alcuni automobilisti incoscienti pensano di potere dominare macchina e territorio ma l’imprevisto, sempre dietro l’angolo, purtroppo, smentisce lo spirito d’onnipotenza degli stolti che vanno a implementare le statistiche degli incidenti stradali.
Eppure, a conti fatti, percorrendo lo stesso tragitto a tavoletta, il recupero si può quantificare in 5, massimo, 10 minuti, rispetto alla velocità consentita dalla viabilità stradale. E questo vale anche per l’A3: l’autostrada del sole che, stando alle cronache, assume il tracciato silano e tocca Cosenza grazie all’onorevole Giacomo Mancini senior, giacché deputato e Ministro della Repubblica.

Giacomo Mancini senior è uno dei tesori della Calabria; un figlio che operò per il bene della regione e dei calabresi. Uno di quei vecchi socialisti che fecero la storia della prima repubblica.

La Calabria è una terra contraddittoria, sotto certi aspetti, la maggior parte dei cittadini, imprenditori, politici, inseguono la modernità, i ritmi veloci, i mega progetti commerciali, le grandi opere, a dispetto della vocazione territoriale e le sue bellezze fruibili solo nel tempo lento.

Lo slow calabrese è una concezione filosofica radicata nel dna dei popoli mediterranei. Un sano virus che aiuta a inquadrare l’esistente per quello che è e non quello che si vorrebbe che fosse.

l'ignoranza dei popoli preserva i potenti

I popoli ignoranti preservano i potentati.


La filosofia di vita divulgata coi tempi della comunicazione così come strutturata oggi dà come prototipo della realtà un oggetto di consumo culturale, religioso, politico o di semplice svago effimero.
L’irrealtà è diventata realtà a causa della pochezza di pensiero della stragrande maggioranza dei programmi televisivi e festeggiamenti dei vari campanili che imperversano e deturpano le menti 24 ore su 24. perché autori televisivi, registi, pseudo operatori culturali non indirizzano le platee a programmi di crescita, ma sembra che facciano a gara a chi narcotizza meglio le coscienze e mette in minoranza i pochi “pensanti”.

La realtà giornaliera si confonde coi sogni: inizia la sera e finisce al mattino; per riprendere il percorso funambolico tra le vie dei centri cittadini trasformati in enormi set cinematografici. Sogni ingarbugliati che assommano realtà differenti, giochi in tv, volgarissimi reality costruiti su ambigue storie di morbosità voyeuristiche. Ma qui, nelle metropoli, si muore davvero. Non cambi canale e salti in infinite storie, giochi, reality.

Nel rombo assordante delle città vivono persone vere condizionate dalle esigenze indotte dalle relative culture, dai loro dirigenti politici e religiosi. E se oggi assistiamo impotenti a stragi religiose, politiche, etniche; insomma a una pochezza di pensiero assoluto che condiziona e plagia le masse, la colpa è solo loro. Della classe dirigente che non ha saputo o voluto attuare piani culturali di crescita collettiva. Ma forse, non è un semplice caso d’impotenza o inettitudine politica… alla luce dei fatti è un chiaro disegno strategico attuato con scientifico cinismo!

domenica 22 agosto 2010

Quaresima e Ramadan: due mondi che avvicinano

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Quaresima e Ramadan: momenti di religiosità alta che aiutano a riflettere sulla vita di tutti i giorni.

Fa caldo! Sorseggio la birra ghiacciata senza trovare sollievo alla calura. La spiaggia è rovente. Il mare sporco invita a non entrare in acqua. Osservo le macchie variegate di piccoli atolli composti da erba, legna, carte, bottiglie di plastica ondeggiare fino a una cinquantina di metri dalla riva.
I cubetti di ghiaccio si sciolgono presto. Bevo e sudo sotto l’ombrellone. Un venditore ambulante, simpatico, che parla un italiano stentato, mi si ferma davanti. Gli offro un po’ di birra. Lui ringrazia e rifiuta: ha iniziato il ramadan e per un mese, dall’alba al tramonto, non può ingerire niente.
Ecco, mi dico: io non potrei mai essere musulmano! E come me tanti che si reputano cristiani. Noi occidentali non sappiamo più affrontare i sacrifici corporali. Non riusciremmo mai a stare senza bere e mangiare per una giornata intera. Camminare sotto il sole carichi di mercanzie. Mangiare un po’ di verdura o della frutta, bere acqua e ringraziare la provvidenza per essere riusciti a vivere e concludere un'altra giornata della nostra vita terrena, dopo le 19,00. Eppure, loro, i musulmani, osservano, quest’anno dal 13 agosto al 13 settembre, la legge del ramadan, vale a dire “il Digiuno” dall’alba al tramonto, qualcosa di analogo alla nostra quaresima che suggerisce di ricordare il martirio di Gesù con 40 giorni di preghiere e come penitenza l’astensione dal mangiare carne almeno al venerdì.
Religione a parte, noi occidentali siamo troppo presi dalle comodità terrene e siamo terrorizzati dalle difficoltà economiche, della perdita del lavoro e della posizione sociale.

sabato 21 agosto 2010

ancora mare sporco a Montepaone, Calabria

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Ancora macchie anomale sulle onde del mare di Montepaone.
Eppure sembra che ci sia un ottimo depuratore di recente costruzione! Allora? Come mai quasi tutti i giorni si vede a pelo d’acqua una macchia oleosa schifosa, erba, legni e carte di varia origine navigare nei mari del sud?
Che ci sia qualche grandissimo filibustiere che scarica direttamente a mare le sue scorie? Oppure è uno di quei signori che ama la natura a tal punto da dare in pasto ai pesciolini “roba” di prima qualità?
Gl’interrogativi sono tantissimi, inutile continuarne l’elencazione, però una domanda la porgo agli amministratori locali: ma dove siete? Non vedete che così lasciate morire quel poco di turismo che ancora, caparbiamente, viene a villeggiare a Montepaone lido? In Calabria.

ancora clandestini

Clandestini.


Sulle rotte della tratta umana le strategie cambiano, si evolvono. Adesso i clandestini sono fatti imbarcare dagli scafisti in barche di lusso per non dare nell’occhio e sfuggire ai controlli delle guardie costiere.
I viaggi delle speranze si ripetono immutati nel tempo. Gente disperata affronta incognite spaventose pur di sfuggire al destino ineluttabile della terra d’origine.
Ragazzi, ma con esperienze da grandi, insieme a bambini e ragazze, scendono dalla passerella con andamenti incerti. Corpi provati da stenti esultano alla visione delle coste italiche, ignari della loro precarissima quanto breve sosta sul territorio italiano, ormai sotto le leggi del “respingimento” adottati dal governo senza sconti a richiedenti politici o perseguitati di vario genere.

Questi i nuovi crocefissi! i deboli che tendono mani e lanciano grida di aiuto inascoltati. Queste le moderne icone da pubblicare!

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