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Raramente lo faccio.
Scorro la pagina e vedo un post. Per l'esattezza una foto in cui sono ritratte persone a me note e care e tra loro una figura che ricordo con affetto: il mio compare Girò, il cui vero nome era Vincenzo Barbieri di Torre di Ruggiero ma tutti chiamavano “compare girò” perché sempre in giro sulla sua moto guzzi. O forse su una motocicletta gilera?, per la Calabria
Di lui ho tanti ricordi, un carissimo ricordo in particolare legato alla mia infanzia mi sovviene ogni volta che ascolto musica o, meglio, un messaggio vocale.
È stato lui a farmi conoscere il registratore a nastro. Lo portò in casa mia durante i festeggiamenti in onore alla Madonna, Maria SS della Luce, protettrice del mio paese natìo: Palermiti. Per l'occasione c'era imbandita una tavola lunghissima e attorno la mia numerosa famiglia pranzava con spirito di devozione.
Il magnetofono era affascinante. Magico per certi aspetti. Parlavi e potevi riascoltare la tua voce nell'immediatezza, cantavi, sospiravi, soffiavi facevi rumori strani e riascoltavi dall'altoparlante inserito nel coperchio dell'apparecchio i suoni riprodotti con qualche leggera sfumatura. La tecnica era ai primordi. Non c'era la regolazione dei toni bassi e alti, tutte sofisticate diavolerie tecnologiche che prenderanno piede nel futuro con l'evoluzione della tecnica e, quindi, con l'inserimento dello stadio equalizzatore nei sistemi hi-tech.
Io ero attratto da quell'aggeggio magico.
Eravamo negli anni '60.
E ogni volta che scorro l'album di famiglia rivivo quei momenti.
Torno bambino. Divento ragazzo. Prima comunione. Cresima. Il collegio. Primi amori. Scottature. Delusioni che fortificano. Insomma, come tutti, superati gli 'anta, accumulo ancora esperienze e, grazie alle persone incontrate lungo il cammino, tra alti e bassi, sono ancora qua.
Un carissimo e fraterno abbraccio cosmico.