Mario Iannino, t.m., 2010; la grande A |
Libertà espressiva e gioco creativo nelle opere dei Maestri contemporanei.
Jasper Jhons, Robert Rauschenberg, sono figure carismatiche dell’arte contemporanea. Entrambi esponenti della New Dada americana, come i cugini francesi del Nuovo Realismo, per esprimersi adoperano oggetti di uso comune in ossequio alla poetica dada di Marcel Duchamp.
Oggetti d’uso comune animano gli spazi visivi elaborati dagli artisti del ready made; che, rivisitati dal colore e dal gioco creativo assurgono a nova vita.
Nelle opere troviamo oggetti che solitamente vediamo quotidianamente ma che non guardiamo con occhi attenti; non indaghiamo e non accettiamo suggerimenti altri se non quelli insiti. Non diamo loro la giusta valenza visiva forse perché inflazionati dall’eccessiva esposizione oppure perché non riteniamo sia necessario e proficuo conferire valori poetici differenti da quelli comuni. Ma i simboli si prestano alle rivisitazioni più di ogni altra cosa proprio perché sono già dei contenitori di valori. E quand’è che detti valori fortificano concetti altri? Quando sono rivisitati e trattati come strumenti poetici, quando si riesce a trovare una poliedricità linguistica non necessariamente usuale che li faccia assurgere a elementi indispensabili del gioco creativo.
Gioco creativo che vede impegnati artisti come Mimmo Rotella che trascende la pubblicità effimera e s’inventa il decollage; Christo con impacchettamenti di monumenti; Dubuffet che abbandona la costrizione della forma accademica per rivolgere lo sguardo alla pasta e al gioco della stessa; alla libertà espressiva degli artisti atipici e quindi dell’arte brut.