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giovedì 13 febbraio 2025

Fine vita e altre considerazioni

 


Tra sacro e profano. Scienza e fenomeni Imponderabili.

Malati terminali. Accanimento terapeutico, cure palliative e fine vita.

La Toscana è la prima regione italiana in cui è possibile decidere cosa fare degli ultimi giorni della propria vita in caso di malattie che non lasciano scampo.

Mi sono chiesto da sempre: meglio soffrire, ostaggio di una condizione svilente e dolorosa, vittima di una situazione irreversibile che porta ammalati e congiunti alla disperazione oppure farla finita appena inizia il declino?

Emotivamente, ancorati saldamente alla vita terrena, tutti vorremo essere toccati dalla miracolosità del Divino. I siti del miracolo sono sempre affollati da persone questuanti. Chiedono preghiere per loro stessi o per i familiari e amici colpiti dalle malattie. Gente che mestamente pregano a voce alta e altri, più sommessamente, sussurrano parole di fede.

 Chiedono la grazia! E alcuni la ottengono. A Santa domenica di Placanica, l’area consacrata alla Madonna dello Scoglio apparsa all’umile Cosimo Fragomeni nel maggio del 1968, di miracoli ce ne sono stati. Nella piccola cappella, dove all’inizio il nostro frate Cosimo si raccoglieva in preghiera, costruita da lui stesso affianco allo scoglio dove gli apparve la Vergine, vi sono appesi degli ex voto alle pareti: tutori ortopedici e altri manufatti riconducibili ai malanni inguaribili di quanti hanno ricevuto le grazie chieste.

Anch’io sono testimone di episodi minimali. Piccole testimonianze che indicano la bontà dei carismi che hanno reso quella terra, angusta e priva di attrattività turistiche, fulcro attrattore di fede Mariana.

Appunto, ci deve essere fede alla base di ogni singola vita.

C’è chi, in virtù della fede, sopporta; prega e attende fiducioso la fine dei giorni e si affida nelle mani commiserevoli della Divina Provvidenza. Aspetta la Grazia! Fintantoché ha forza e autonomia e non necessita di cure che a poco a poco si trasformano in accanimenti terapeutici. Chi è affetto da malanni, tutto sommato, considerati nella norma, mantiene lucidità e fede nella forza impalpabile di un qualcosa d’indefinito miracolosamente risolutivo.

Il turismo del “sacro” ferve anche laddove bivaccano i ciarlatani senza scrupoli, attenzione!

Se miracolo deve esserci, non saprei dire per quale motivo, ci sarà! In una misura infinitesimale rispetto alle richieste.

Allora, vediamo di analizzare la situazione caso per caso.

Sottoporsi passivamente agli esperimenti scientifici? Essere ridotti a larve umane? Iniziare percorsi e strategie in qualità di cavie che non porteranno a niente?

Avere fede. Possedere una volontà ferrea forgiata alla maniera di Cristo, non è da tutti. La maggior parte degli ammalati che si rivolgono al Mistero sono dominati dalla paura e dalla voglia di continuare a vivere su questa terra anche sotto sedazione continua. Quindi sottoponendosi alla terapia del dolore che giova solo alle industrie farmaceutiche e sanitarie associate.

Dignità! Ci vuole dignità anche nella morte. Saperla accettare che non vuol dire abdicare ma prendere coscienza del proprio stato e capire quando è giunta la fine. Accettarla! Perché è giusto che sia così.

Chiunque deve possedere e vivere una esistenza esperienziale soddisfacente, che sia di esempio e beneficio per tutti.

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