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martedì 9 gennaio 2024

La fiaccola della querelle

 


Finché il genere umano rincorrerà feticci sarà immune dagli effetti della  vera bellezza. 

Che si mettessero l'animo in pace quanti confidano che la bellezza salverà il mondo! Giacché dietro ogni progetto o proposta di “bene comune” si nascondono trappole tese ad accrescere ricchezze ed ego personali è difficile sperare nella bontà fine a sé.

In questi giorni abbiamo assistito a diverse “marachelle” da parte di personaggi pubblici. Non mi riferisco a quelle attuate dai politici. Quelle sono scontate!

Penso a quanti sbandierano la propensione all'altruismo sia economico che elettivo. A chi imbastisce bieche strategie e dissimulazioni scientifiche. A quanti lavorano per potenziare fama e potere sociale.

La bellezza espressa in pittura e nell'arte in generale è sotto la maledizione di Mida quando è toccata dai reggenti della cultura ufficiale. E la “merda d'artista” inscatolata da Manzoni è uno degli innumerevoli esempi.

È difficile capire cosa stia accadendo attorno a quel filone ormai morto della pittura classica.

I maestri della “luce” del chiaroscuro e delle ombre hanno fatto il loro tempo. Bravissimi artigiani del pennello al soldo dei potenti loro coevi hanno testimoniato gli usi e i costumi del tempo. Hanno fotografato glorie e ricchezze dei committenti con enfasi.

Il loro lavoro è stato al servizio delle classi agiate e spesso subalterni, comunque pronti a soddisfare i capricci dei committenti, d'altronde il cliente ha sempre ragione! e chi altri avrebbe potuto permettersi servigi "intellettivi" di una certa portata e bearsene quando stenti, fame e ignoranza mietevano vittime?

Il ruolo dell'artista romantico

È servito per dare la spinta al proselitismo e andare oltre. Il momento di rottura avviene a metà ottocento, circa, quando dei giovani pittori decisero di uscire dagli studi e dai canoni della pittura ufficiale e hanno dato impulso al movimento “impressionista”. Termine dispregiativo dato da un giornalista dell'epoca a pittori come Degas, Monet etc. tutti pittori che hanno sofferto per avere intrapreso una strada non convenzionale.

Artisti che non si mettevano davanti a una tela convinti di dovere o potere cambiare il mondo e men che meno di potersi arricchire. Gauguin, Van Gogh, Modigliani, Pissarro e molti altri sono rimasti sconosciuti, morirono tra gli stenti nell'indifferenza totale di mercanti e galleristi famelici attenti solo a monetizzare i prodotti degli artisti richiesti da una certa clientela. Ma la pittura, il fare pittura era un bisogno interiore che li faceva stare bene nonostante le difficoltà economiche e sociali cui erano costretti.

La bellezza salverà il mondo?

Ma come può un dipinto o la performance creativa sovvertire le menti fintantoché la materia “cultura” è appannaggio di una elite faziosa? Una cordata intenta a mantenerne la primogenitura per gestire il tesoretto accumulato. Cattedratici prof falsificano con spregiudicatezza il lavoro dei maestri storici e tengono sotto scacco i contemporanei. Ma no! Che stai a dì! È una trovata pubblicitaria. Un modo creativo per distrarre le persone dai devices. Distoglierle dalle realtà in cui si sono rintanate attratti dal mondo effimero saturo di sogni, almeno lì, realizzabili.

Pare che l'intelligenza artificiale sia più democratica per la maggior parte degli abitanti del metaverso che attratte risiedono stabilmente nonostante l'effimera vita virtuale. E usciti dal sogno, tornati nel mondo reale si fatica a capire se la flebile luce di una fiaccola seicentesca sovrapposta nel 2000 sia una burla studiata per concepire un grande bluff o cosa

Comunque sia c'è materiale di cui parlare. E riflettere!


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