È umano lasciarsi prendere dall'emotività quando c'è di mezzo una persona affine alla nostre formazioni mentali e lasciarsi andare a giudizi benevoli di parte.
Se una persona ci è simpatica siamo inclini alla solidarietà e all'accettazione di ogni suo pensiero. Questo vale per tutto. In politica e in ogni campo, e la cultura non fa differenza. Destra sinistra, centro e di sbieco ognuno tenta di cavarsela. Ma non adesso. Ora parliamo di una pensatrice libera spesso contestata perché scomoda.
In politica il libero arbitrio insieme al raziocinio sono parcheggiati a piacimento nelle aiuole fiorite o disseminate secondo i rispettivi bisogni nei giardini recintati di faziosità. Una faziosità spiegata e giustificata con dovizie di particolari inoppugnabili ma che, analizzati serenamente, rischiano di perdere scientificità nel pensiero puro dei sofisti emancipati dalle correnti di pensiero pilotato dalle fazioni.
In questi giorni è mancata una voce attivissima. Ha lasciato le spoglie terrene. Ha abbandonato, suo malgrado i tavoli attorno a i quali si disquisiva di politica, socialità e cultura. La sua era una voce fuori dal coro. Una voce libera a volte ride, scomoda ma onestamente apprezzabile. Ha dimostrato di non possedere sovrastrutture mentali preconcette, e i suoi scritti lo dimostrano.
Ho ricevuto in dono il suo ultimo libro. Un libro scritto e pubblicato con un gran fracasso mediatico per via della sua malattia. Il cancro al 4° stadio non lascia possibilità! Solo un miracolo può sovvertirne la scadenza, e i 4 mesi stavano per scadere.
Il libro l'ho letto d'un fiato. Onestamente l'ho letto con addosso l'ombra della sua figura quasi spenta ma illuminata dal cipiglio e dal sorriso che l'ha contraddistinta. Lo stesso che sta in quarta di copertina. Bella e solare. Di una bellezza pulita. Una donna che parla di amore oltre i confini del genoma familiare. Una Donna che solidarizza e ama il prossimo al punto tale di formarsi una famiglia allargata con tanto di figli d”anima e li adotta seminando loro scintille d'eternità e amore universale spiazza il lettore quando descrive situazioni poco edificanti.
La crudezza di alcuni rapporti sociali che riportano ognuno di noi alla realtà di un già vissuto e, magari, sottaciuto per una forma di consueto falso perbenismo di facciata o, peggio, quasi sempre consentito per il quieto vivere lei lo ha contestato e descritto per quello che è: una rottura di coglioni!
... non so quanti strumentalizzeranno la sua figura e sfruttando la scia cavalcheranno l'onda; spero comunque nell'onestà mentale di quanti dicono di avere colto la bellezza delle sue parole. Ciao Michela
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