Un pugno di scogli gettati nello jonio affiorano tra le acque cristalline e sembrano tenere ben salda la collina di Stalettì alla cui sommità scorre la ss 106 delle Calabrie.
La strada è esposta e inserita strutturalmente nel paesaggio aspro e consente allo sguardo di librarsi oltre l'orizzonte mentre i pensieri cattivi volano via e s'inchiodano negli aculei dei fichi d'india, eterni guardiani abbarbicati sul pendio.
Da qualche ventennio la strada è resa comoda. Il nuovo tracciato comprende un lungo viadotto che lascia sul costone la vecchia sede ancora percorribile.
La piazzola di sosta invita prepotentemente a sostarvi. E bere di quella bellezza che ispirò Omero e indusse il monaco statista Cassiodoro a eleggerla a dimora.
Le vasche di Cassiodoro.
Cassiodoro aiutò la natura costruendovi delle vasche e realizzò il primo allevamento di acquacoltura. I pesci, intrappolati dalle maree, garantivano il sostentamento per la congrega universitaria Vivariense retta dal monaco illuminato da immensa cultura.
Nel golfo di Squillace.
Lo spicchio di terra calabra ivi compresa sprigiona magia! Rilassa la mente e invoglia a ripercorrere i passi della storia e delle leggende ambientate con estrema grazia dagli scrittori e dai viandanti che ebbero la ventura di passeggiarvi in compagnia dei versi ormai noti tramandati nell'Odissea e nei rari testi vergati dagli amanuensi del Vivarium.
La stradina che conduce giù è un serpentone di curve improvvise. Stretta ma agevole anche in macchine di grossa cilindrata.
Una puntatina. Una sosta di pochi minuti per dissetare lo spirito è d'obbligo!
Buona visione a quanti accolgono l'invito
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