“Abbiamo chiesto al governo italiano di dare velocemente soccorso!”
Così risponde il governo tedesco agli sproloqui che si sentono in giro in merito alle navi delle ong cariche di migranti ancorate al largo delle coste italiane.
Sui giochi di parole della politica spicciola si consumano i sogni di tanta povera gente costretta a intraprendere i viaggi della speranza.
Non si vogliono trovare colpevoli, si chiede solo di porre fine al viaggio di donne, uomini e bambini partiti dall'Africa in cerca di una vita migliore.
E se più di mille persone sono bloccate nelle 3 navi delle Ong molti di più si chiedono se “questo è un uomo... che vive o muore per un sì...”.
La cieca crudeltà di uno sparuto gruppo che dovrebbe guidare le sorti del proprio popolo e prendersene cura condiziona e determina azioni nefaste di intere nazioni.
Purtroppo i fatti recenti gridano forte e chiaro che non sono bastate le atrocità tramandate dalla storia per migliorare le menti e far sì che non si verificassero più delitti contro l'umanità.
Il titolare del Viminale ha firmato una direttiva che definisce la
condotta delle imbarcazioni non "in linea con lo spirito delle
norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle
frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale", valutando
pertanto di imporre loro il divieto di ingresso nelle acque
territoriali. I flussi via mare, intanto, si intensificano,
determinando ancora tragedie: i cadaveri di due gemellini di un mese
sono stati trovati su un barcone soccorso dalla Guardia costiera al
largo di Lampedusa.
Mentre due barconi con circa 1.300 persone a
bordo sono stati segnalati da Alarm Phone in forte difficoltà a est
di Sicilia e Malta. Per il presidente della Cei, cardinale Matteo
Zuppi, "c'è un grido che sale dal Mediterraneo che non dobbiamo
dimenticare, un grido che dice: salvami! La pace comincia nel salvare
la vita e la speranza".
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