È ancora presto. Sono circa le 7 del mattino. Il sole spunta dal mare e inizia l'ascesa nel cielo. Sarà visibile pienamente fino a mezzogiorno, circa, fino a quando, cioè, la luna non gli si metterà davanti e darà origine all'eclissi.
L'aria è piacevolmente fresca, tonificante per chi si appresta a fare del sano jogging.
Tra i cespugli una figura cerca di catturare con l'android i primi bagliori del giorno nascosta dietro un giovane melo selvatico. Cerca di filtrare i riflessi eccessivi attraverso i rami e le foglie del melo per ottenere un'immagine suggestiva e poterla postare su qualche social-media.
Da lassù lo sguardo abbraccia il mare e parte dei palazzi anonimi del quartiere Corvo, un agglomerato urbano sorto negli anni '80 nelle campagne di S. Maria, una frazione a sud di Catanzaro.
Spostandoci a nord di qualche centinaio di metri arriviamo a vedere Pistoia, non la città Toscana ma, il quartiere popolare dove si è consumato un dramma sociale impossibile da accettare: l'incendio al 5° piano di un edificio popolare in cui sono morti 3 fratelli giovanissimi e 4 sopravvissuti: i genitori, una ragazzina e un ragazzino ricoverati nei centri grandi ustionati.
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