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domenica 28 giugno 2020

Il tempo doppiato, mediato, insultato

Ci avete fatto caso? Il calendario duemilaventi è la copia esatte del calendario 2015.

Non solo la storia si ripete, è il caso di dire! Ma anche i giorni. La differenza sta nei contenuti coi quali riempiamo le ore. Anche se a volte sembra che i contenuti siano davvero un optional effimero come lasciano intendere quelli che della politica hanno fatto mestiere e guadagni personali fregandosene delle persone che dovrebbero rappresentare nelle istituzioni che assediano.

Le notizie si contrappongono e da una parte all'altra degli schieramenti l'arte oratoria è inesistente. Importante è convincere. Parlare alla gente, anzi alla pancia della gente e convincerli che la verità sta dalla parte di chi parla in quel preciso momento. L'una versione è il contrario dell'altra.

Sì al mes no al mes. La pandemia è scemata, ha perso potenza, no sta tornando e in autunno sarà più forte...

insomma è tutto il contrario di tutto nella testa dei parlatoi populisti. E noi in mezzo siamo frastornati dalle affermazioni dei portatori di verità assolute.

E la stampa? I giornalisti che fanno? Loro si limitano a dare spazio alle marionette. Lasciare loro quei secondi di visibilità virulenta in tv per depistare o porre dubbi nelle menti di chi li ascolta.

Intanto il 2020 è la fotocopia del 2015 e i rottamatori si sono adeguati.
il duemilaventi è come il duemilaquindici, sulla carta se togliamo l'emergenza covid19.

Chiedo:
Sono possibili le rivoluzioni ideologiche affidate a gamberi e granchi che fanno avanti e indietro dialetticamente con estrema semplicità se anche il tempo, mirabile misura inventata dall'uomo, si ripropone immutabile come questo 2020 dannato dalla pandemia che riporta gli storici alle pandemie retroattive e agli untori di manzoniana memoria?

Nulla di nuovo sotto questo cielo.

Continuiamo a parlare. Riempire le piattaforme social di buoni propositi pur sapendo che non ne manterremo neanche uno di proposito o pensiero pronto a trasformarsi in azione, slancio verso il prossimo. E già, l'empatia è una parola da sapere spendere. meglio pensare al sodo
 Recuperiamo. Ricicliamo fin quando è possibile e salviaamo il salvabile.


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