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giovedì 16 aprile 2020

Covid-19 Rassicurazioni dal virologo Tarro allievo di Sabin

Su affaritaliani.it c'è una intervista molto esaustiva al virologo Giulio Tarro che fuga dubbi e perplessità sulla pandemia del covid-19 e sulla ininfluenza di un potenziale vaccino.

Il Prof. Tarro sostiene, dall'alto della sua esperienza, che la soluzione più idonea risieda in una cura e nella prevenzione piuttosto che nel vaccino che, sarà senz'altro disponibile ma non a breve..

Riporto alcuni convincenti stralci della sua intervista al giornale on line:

“onestamente, credo che anche per questo virus – precisa il virologo 82enne - la soluzione possa venire prima dagli anticorpi monoclonali sviluppati dai contagiati e guariti che dal vaccino che richiede tempi più lunghi e che dovrà essere buono ed efficace per tutti, visti i tanti ceppi che ci dicono che già oggi pare che il virus Sars-Cov-2 non sia lo stesso per Wuhan e per la Lombardia, stante la sua mutazione genetica”.
Accanto agli anticorpi monoclonali, “ci sono farmaci antivirali ed antimalarici di buon livello che – prosegue Tarro – si stanno già sperimentando nella fase iniziale del contagio: la clorochina, l’idrossiclorochina, il favipiravir che ben agiscono contro l’infiammazione”.


“Il nostro migliore alleato? E’ indubbiamente l’estate, il caldo, ormai alle porte, insieme ad alcune accortezze: tenere una certa distanza abbinata all'igiene, lavarsi molto spesso mani e viso, e uno stile di vita corretto, vale a dire un’alimentazione sana, ricca di Vitamina C”.
Così il virologo di fama internazionale, Giulio Tarro, allievo e ‘figlio scientifico’ di Albert Sabin, il padre del vaccino contro la poliomelite, parla dell’insidioso virus Sars-Cov-2 dall’alto dell’Olimpo per aver nel corso della sua brillante lunga esperienza di clinico e studioso, visto, trattato e risolto diverse malattie virali: isolò negli anni ’70 il virus respiratorio sinsiziale causa dell’epidemia, detta del ‘male oscuro’, che colpiva a Napoli bambini da zero a due anni affetti di brochiolite. E, sempre negli anni ’70, a Napoli ha combattuto in prima linea il colera. Poi negli anni ‘80 si è occupato dell’Aids che fa ancora molte, milioni, di vittime in Africa.
Il virus non ha vita facile con il sole, l'acqua salata e la salsedine. Le mascherine? Avremo le mascherine finché le industrie dovranno venderle. Conclude l'eminente virologo Giulio Tarro.


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