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martedì 31 marzo 2020

Tra il dire e il non dire

La televisione, il mezzo di comunicazione massivo unilaterale, riversa nelle case notizie e pensieri, reportage, documentari e documenti di attualità, storia, cultura e costumi da tutti i punti cardinali della terra.
Notizie valide e meno valide che rasentano la spazzatura mentale. Vere o false. Sta a noi sapere discernere e trarre le giuste conseguenze.

In questi giorni che siamo costretti a casa siamo diventati timorosi e deboli cavie da laboratorio, tolti gli altri impegni, tra una lettura e qualche altro svago che si può attuare dentro le mura domestiche, la maggior parte di noi subissati da certezze scientifiche ancora da testare. Ipotetiche cure vomitate dagli schermi, da perfetti videoti li assorbiamo senza potere replicare: siamo video dipendenti. E il telecomando è la nostra arma di difesa!

Anche se si rischia di cadere dalla padella nella brace, e rispettando le volontà dei conviventi. O si cambia canale o si spegne la tivvù.

E i numeri relativi ai contagiati e ai potenziali untori si devono pubblicare? È positivo allarmare ancora di più e rendere instabile la già precaria situazione sociale?


“Ecco, io ho 20.000,,,3000 ,,,7590... ecco questo bollettino di guerra tra infettati, tamponati, guariti o in isolamento che i nostri media danno continuamente in altri posti non si fa.”. Così Zaia, il governatore del Veneto.
E meno male che l'introduzione del governatore sembrava andare nella direzione opposta.

Basta! Black out. Click.

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