La televisione, il mezzo di
comunicazione massivo unilaterale, riversa nelle case notizie e
pensieri, reportage, documentari e documenti di attualità, storia,
cultura e costumi da tutti i punti cardinali della terra.
Notizie valide e meno valide che
rasentano la spazzatura mentale. Vere o false. Sta a noi sapere
discernere e trarre le giuste conseguenze.
In questi giorni che siamo costretti a
casa siamo diventati timorosi e deboli cavie da laboratorio, tolti
gli altri impegni, tra una lettura e qualche altro svago che si può
attuare dentro le mura domestiche, la maggior parte di noi subissati
da certezze scientifiche ancora da testare. Ipotetiche cure vomitate
dagli schermi, da perfetti videoti li assorbiamo senza potere
replicare: siamo video dipendenti. E il telecomando è la nostra arma
di difesa!
Anche se si rischia di cadere dalla
padella nella brace, e rispettando le volontà dei conviventi. O si
cambia canale o si spegne la tivvù.
E i numeri relativi ai contagiati e ai
potenziali untori si devono pubblicare? È positivo allarmare ancora
di più e rendere instabile la già precaria situazione sociale?
“Ecco, io ho 20.000,,,3000 ,,,7590...
ecco questo bollettino di guerra tra infettati, tamponati, guariti o
in isolamento che i nostri media danno continuamente in altri posti
non si fa.”. Così Zaia, il governatore del Veneto.
E meno male che l'introduzione del
governatore sembrava andare nella direzione opposta.
Basta! Black out. Click.
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