Capua,virus deriva da serbatoio selvatico - "Il
Covid-19 è un virus che deriva dal serbatoio selvatico. Non sappiamo ancora
quante specie animali abbia colpito prima di arrivare all'uomo. Vorrei dire ai
complottisti che il codice a barre, la sequenza, di quel virus di cui si parla
nel TgrLeonardo, è parte integrante della pubblicazione". Lo ha detto al Tg1
delle 20.00 la virologa Ilaria Capua che dirige l'One Health Center of
Excellence, all'Università della Florida, in merito alle polemiche nate da
un servizio del Tg Leonardo del 2015. La trasmissione parlava di un
pericoloso supervirus creato in Cina. "Quindi - ha detto Capua al Tg1 - se
il Covid-19 fosse stato vicino a quel virus lì lo avremmo saputo subito il
giorno dopo".
"Scienziati cinesi creano un supervirus polmonare da
pipistrelli e topi. Serve solo per motivi di studio ma sono tante le
proteste". Comincia così il servizio del Tg3 Leonardo del 16 novembre
2015; l'introduzione di copertina si conclude con una domanda: "Vale la
pena rischiare?". "E' un esperimento certo ma preoccupa tanti
scienziati - un gruppo di ricercatori cinesi innesta una proteina presa dai
pipistrelli sul virus della Sars, la polmonite acuta, ricavato da topi. E ne
esce un supervirus che potrebbe colpire l'uomo". "Resta chiuso nei laboratori, ovvio.
Serve solo per motivi di studio; ma vale la pena correre il rischio, creare una
minaccia così grande solo per poterla esaminare", viene detto in studio
dopo la sigla e prima di lanciare il servizio di Maurizio Menicucci.
"Vecchio quanto la scienza il dibattito sui rischi della ricerca - viene
spiegato nel video - in fondo è il mito di Icaro che cade per avere sfiorato il
sole con le ali di cera progettate dal padre Dedalo. Lo rilancia un esperimento
realizzato in Cina, dove un gruppo di studiosi è riuscito a sviluppare una
chimera, un organismo modificato innestando la proteina superficiale di un
coronavirus trovato nei pipistrelli della specie piuttosto comune, detta 'naso
a ferro di cavallo', su un virus che provoca la Sars, la polmonite acuta, anche
se in forma non mortale nei topi si sospettava che la proteina potesse rendere
l'ibrido adatto a colpire l'uomo, e l'esperimento lo ha confermato".
Complotto a parte. Una
domanda sorge spontanea: essendo, gli studi conosciuti e condotti da eminenti
scienziati, portati avanti nei laboratori cinesi e americani, come mai è così
difficile trovare una soluzione e fabbricare in laboratorio un antivirus?
"E' proprio
questa molecola, detta SHCO14 - prosegue il servizio - che permette al
coronavirus di attaccarsi alle nostre cellule respiratorie, scatenando la
sindrome. Secondo i ricercatori inoltre l'organismo, quello originale, e a
maggior ragione quello ingegnerizzato, può contagiare l'uomo direttamente dai
pipistrelli, senza passare da una specie intermedia come il topo. Ed è appunto
questa eventualità a sollevare molte polemiche. Proprio un anno fa il governo
Usa aveva sospeso i finanziamenti alle ricerche che puntavano a rendere i virus
più contagiosi ma la moratoria non aveva fermato il lavoro dei cinesi sulla
Sars che era già in fase avanzata e si riteneva non così pericoloso; secondo
una parte del mondo scientifico infatti non lo è: le probabilità che il virus
passi alla nostra specie sarebbero irrilevanti rispetto ai benefici. Un
ragionamento che molti altri esperti bocciano. Primo, perché il rapporto tra
rischio e beneficio è difficile da valutare, e poi perché specie di questi
tempi è più prudente non mettere in circolazione organismi che possano sfuggire
o essere sottratti al controllo dei laboratori".
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