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sabato 29 febbraio 2020

Matrimoni e alleanze durevoli

Ipocondrie e costumi sociali.

Dalla peste di manzoniana memoria ai giorni nostri le psicosi rimangono intatte. Il raziocinio è l'antidoto ai mali oscuri che attaccano le membra e possono condurre alla morte.
D'altronde lo spirito di sopravvivenza acuisce l'ingegno; crea alleanze politiche e sociali. E il matrimonio è un ufficio che, nonostante i repentini cambiamenti sociali, mantiene vivo il mutuo soccorso tra donne e uomini.
Le tradizioni popolari e la storia c'insegnano strategie e comportamenti sociali adeguati:

Non è trascorso moltissimo tempo da quando si organizzavano i matrimoni per procura.

Le trattative iniziavano tra le famiglie già dalla nascita dei figli. I genitori che, per lignaggio, cultura e conoscenze, intendevano mantenere e, a volte, accrescere i propri beni economici e allargare laddove possibile la cerchia amicale, davano la parola e impegnavano la prole reciprocamente.

E l'amore? Si chiederà qualcuno. L'amore dove lo mettiamo?
Beh, quello veniva col tempo.
In una società pragmatica e maschilista nell'aspetto esteriore del termine giacché difatti a comandare era ed è sempre la donna si pensava principalmente al benessere materiale così da garantire ai figli e nipoti serenità economica e vita priva di ambagi.

Il contratto:

La donna aveva degli obblighi ben definiti: la buona salute, la dote; quindi il corredo, la casa ed eventuali terreni nonché la cura dei figli e la conduzione della casa.
L'uomo: il casato, le proprietà, il lavoro e le relative conoscenze sociali, gli “agganci” che non guastano mai per implementare scambi di beni materiali e immateriali quali la cultura e gli accessi nella società che conta.

Il tutto era basato sulla parola d'onore.
"Van Eyck, i coniugi Arnolfini"

Viene da sé che la “sapienza” di una figlia femmina, la sua la cultura cognitiva era imperniata sull'economia familiare. L'economia domestica insegnata nei collegi privati e nella scuola pubblica delle classi elementari doveva dare i primi rudimenti.
Quindi cucina, cucito e riciclo delle risorse. E chi non poteva permettersi le discipline scolastiche le apprendeva dalla “maestra” dalla comare sarta. Ma la dote più importante per le donne era il corredo genetico, la buona salute!

Certamente non era oggetto di vanto propagandare uno stato di salute cagionevole per la figlia in età da marito e neanche prima visto che le trattative e gli impegni “contrattuali” erano promesse da mantenere da entrambe le famiglie già in fasce fin dalla culla e a volte anche prima.

Riservatezza e saggezza erano, dunque, all'origine dei rapporti umani. Donne e uomini di ogni ceto ricorrevano con pudore alle cure mediche e proprio quando non potevano farne a meno ricorrevano a esperti dottori di città ma anche ai decotti di persone sagge che avevano acquisito dalla cultura popolare le giuste dosi per lenire le infreddature stagionali e i malanni di stagione.

U tempu de' mali vestuti”.
Nel gergo popolare quando iniziava l'inverno era definito “il tempo dei poveri, cioè di quelli che non avendo da coprirsi, e che inevitabilmente si ammalavano facilmente.

Polmoniti e semplici raffreddori decimarono, e continuano a farlo, molte persone dagli anticorpi deboli. Oggi non più! O perlomeno con maggiore difficoltà visti i traguardi scientifici raggiunti.

Buonsenso, quindi! E non lasciamo che il panico si impadronisca di noi.  

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