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giovedì 9 novembre 2017

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Le tante facce della Calabria.


Tra le tante vicende che si snocciolano in Calabria, tra 'ndrangheta e malaffare, la politica autoreferenziale e ossequiosa è la più odiosa.

Le notizie cattive, quelle che fanno salire magoni in gola e rabbia, non sono poche. E quasi tutte determinate dalla cattivissima gestione della cosa pubblica, cioè dalla regione calabria.
Molti puntano il dito accusatore contro dirigenti politici e amministrativi. Li accusano di lassismo e incapacità.

L'accusa più cruda e senza giri di parole la lancia Grazioso Manno presidente delle bonifiche catanzaresi che chiede alla politica da diverso tempo la ripresa dei lavori della diga del Melito. Un'altra, ancora più drammatica corredata da immagini shock è legata alle case residenziali per anziani e disabili: dipendenti senza stipendio da diversi mesi privati dalla dignità di lavoratori e genitori senza soldi che non possono comprare il pane e mandare i figli a scuola.

E poi c'è la Calabria che inaugura nuove sedi di fondazioni e dona diplomi ad ambasciatori a uomini e donne illustri per divulgare oltre confini le eccellenze.

Dicotomie irriverenti. Benessere e povertà!
I dirigenti calabresi hanno perso di vista la realtà. Non conoscono la guerra quotidiana di mamme e padri costretti alla fame da scelte scellerate.

La dirigente di una casa di cura per anziani accusa la gestione Scopelliti e denuncia la mancata erogazione da parte regionale di diversi anni di contributi economici dovuti ma mai ricevuti dalla struttura. Sofferenza economica che ha indotto i vertici aziendali a non pagare i dipendenti per mantenere gli ospiti- inutile entrare nei particolari. In linea di massima è evidente che in Calabria si cammina a due velocità

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