Nei giorni dopo lo spoglio elettorale
c'è chi si lecca le ferite e chi fa analisi. All'analisi post
elettorale non ci credo più. E neanche agli errori mascherati.
Si può parlare di errori solo quando
c'è buona fede dovuta all'inesperienza o di ingenuità politica
quando non si conosce l'ambiente ma nel caso Catanzaro è davvero
difficile liquidare così il tema. Tutti, chi più chi meno, sono a
conoscenza delle tattiche politiche e della gente schierata. Chiunque
presuppone di sapere e conoscere l'animo altrui affidandosi ai si
dice delle malelingue.
Coi dovuti distinguo, c'è chi porta
avanti con coerenza il suo piano politico e chi accetta dubbie
alleanze pur di portare a casa un buon risultato. C'è, poi, e questi
sono i tempi, chi balla da solo perché il resto è merda o qualcosa
di similare.
Fino al 25 giugno continueremo a
sentire le manfrine delle parti sfidanti e le invettive che si
rimpallano da una sponda all'altra col tentativo di recuperare
qualche indeciso.
Chi balla da solo, giustamente, secondo
la logica del bene comune super partes, si defila e lascia liberi i
sostenitori.
Chi, invece, si trova nella difficile
posizione di dovere ballottare tenta il tutto per tutto dando persino
la colpa al terzo escluso per non avere accettato l'invito a
coalizzarsi e quindi lo incolpa dell'eventuale vittoria del sindaco
uscente.
Che brutto modo di fare politica!
In tutta la vicenda, a mio modo di
vedere, Sergio Abramo ha dimostrato coerenza, ha lavorato
discretamente bene e quindi se fosse lui a dovere guidare per altri
cinque anni la città non sarebbe male.
Fiorita è il nuovo. Ha saputo
catturare e accattivarsi i dissenzienti e gli sfiduciati. Adesso c'è
da vedere come si comporterà tra i banchi dell'opposizione.
Nelle democrazie reali l'opposizione ha
un compito alto! Mortificato fino ad oggi da quegli esponenti di
sinistra che si sono lasciati ipnotizzare dal potere e dalle logiche
economiche che hanno assoggettato il welfare al mercato cittadino ed
anche europeo.
Che dire: buon lavoro...
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