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lunedì 5 settembre 2016

I senzatetto a Catanzaro Lido

DALL'AFRICA COME LE RONDINI


Nelle ore di punta entrare in Marina con la macchina significa affrontare stress inutili. 
E chi può farlo, Per evitare di mettere a dura prova il sistema nervoso e risparmiare anche l'automobile, quindi motore meccanica e carburante, lascia la macchina nei pressi della stazione e arriva in piazza a piedi.
Lo faccio anch'io.
Mentre costeggio la pensilina in legno adiacente l'aria del polifunzionale noto una cumulo di escrementi. Alzo lo sguardo e vedo il nido delle rondini incastonato tra una trave e le tavole del tetto.
E fin qui nulla di strano.


Però c'è anche un materasso e dei cartoni arrotolati lungo il perimetro tra il tetto e l'impalcatura in legno.
Il pavimento, ad eccezione delle vacche delle rondini, è pulito. Anche le panchine sono pulite.
Sulle scale del sottopasso della stazione tre ragazzi di colore ben messi e vestiti bene parlano tra loro.
Non sembrano profughi.
Chi saranno gli ospiti che adoperano la pensilina come un dormitorio?
Di sicuro non le ragazze di colore parcheggiate davanti la stazione delle ferrovie calabrolucane, loro si appartano con i clienti altrove. 
Comunque sia, immagino che siano persone bisognose che non hanno un tetto una dimora fissa e per il momento stanno bene lì. I problemi sorgeranno quando inizia l'inverno.
Tag: immigrati, catanzaro lido, accoglienza, società, senza fissa dimora, senza tetto

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