Caraibi? No, Calabria: Squillace!
mar jonio, golfo di squillace |
L'estate sta finendo.
Tormentone di ogni fine agosto musicato
dai Righeira che riporta ognuno di noi alla quotidiana routine. E,
per dirla ancora in musica, durante le vacanze estive, chissà quanti
hanno vissuto la spensierata “estate al mare” di Giuni Russo.
Mille e più canzoni, allegre o
struggenti, rendono vivi i ricordi.
Nostalgiche visioni, mosse da
soggettivi afflati rendono unici i giorni trascorsi insieme a vecchi
e nuovi amici.
Nell'estate delle polemiche sui Bronzi
di Riace, sulle esternazioni demenziali di certa politica o sulle
teorizzazioni artistiche più o meno pilotate di questo o
quell'artista si resta annichiliti davanti al quotidiano spettacolo
della natura che si rinnova gratuitamente nonostante noi e le nostre
tattiche utilitaristiche improntate sul guadagno economico
condizionato dallo spread.
Il mare, i monti, l'entroterra e le
coste dovrebbero essere lo spread delle stagioni umane che si beano e
nutrono di odori, suoni, sapori, voci, speranze.
Gesti atavici si mescolano nello
sciabordio ritmato e a volte irruento delle acque che si infrangono
sulla battigia e formano strani disegni.
Lo Jonio, il Tirreno. Il Mediterraneo
riporta alla luce la storia. Passato e presente sono lì, sotto gli
sguardi dei bagnanti.
Nelle acque cristalline i tempi terreni
si lasciano penetrare da quanti vogliono sondare, ricercare e
proporre poetiche visioni sulle tracce degli storici invasori greci
ma anche dai nuovi migranti carichi di ninnoli e mercanzie a basso
costo che tingono coi colori della speranza persino i bagnanti
insofferenti costretti a subire la miseria sbarcata sulle coste
europee per mera sopravvivenza.
Guerre. Fame. Miseria mentale. Questi
sono i sud. Le calabrie!
Le Calabrie non hanno confini
geografiche. Le Calabrie siamo noi tutti. Vittime dei sentito dire,
delle mafie mentali che riescono a muovere i pennivendoli in cerca di
scoop. Capri espiatori, escamotage usati per offuscare le eccellenze
vive e propositive che operano sul territorio.
Chi vive la Calabria e l'Italia
nell'insieme globalizzante del mondo nell'armonia dei popoli non ha
bisogno di spegnere alcuna sete voyueristica, personale o di gruppo.
Chi ha mente e corpo,indipendentemente dalle apparenze, sa guardare
oltre, penetrare l'ovvio, sminuzzare e ricomporre le apparenze, non
per cercare paradisi artificiali ma per offrire visioni più consone
alle esigenze corporee e intellettive.
Questa è la Calabria creativa.
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