Quattro scalmanati, si fa per dire (erano solo in tre), contestano il Presidente Giorgio Napolitano al Parlamento Europeo.
Fazzolettoni verdi al collo, non per
ripararsi dal freddo di Strasburgo ma, per ostentare fieramente
l'appartenenza ad una invenzione di nome “padania” e dei cartelli
con su scritto “Basta Euro”, così si sono presentati tra
i banchi del Parlamento Europeo gli esponenti della lega nord e hanno
interrotto il discorso di Giorgio Napolitano alla maniera dei
venditori di strada.
L'interruzione è durata un attimo tra
i fischi degli altri europarlamentari che hanno criticato
l'interruzione.
Per i contestatori si ipotizzano
sanzioni. Matteo Salvini, Mara Bizzotto, Mario Borghezio,
secondo il regolamento europarlamentare rischiano di essere puniti
con ammonizioni, la sospensione del mandato e dell'indennità di
soggiorno.
Il Grande Vecchio,Giorgio
Napolitano, dal canto suo ha minimizzato educatamente l'accaduto
definendole “proteste marginali e modeste” e nel dire no alla
fine del sogno europeo ha ribadito che è necessario vincere i
nazionalismi aggressivi e le vedute ristrette fatte di calcolo e
convenienza di alcune classi dirigenti nazionali. Consapevole,
comunque, che non può essere più portata avanti una politica di
austerità fine a sé stessa pur di mantenere i costi in ordine.
Di sicuro, le elezioni europee di
maggio, risentiranno del malumore dei cittadini, causato, oltre che
dalla austerità imposta dalla Merkel, anche dalle decisioni
della politica nazionale e dall'incomprensibile forma d'incostituzionalità adottata per garantire stipendi e pensioni d'oro alle classi dirigenti mentre si passava la ghigliottina persino
ai buoni pasto dei dipendenti. Pubblici entrambi ma con mansioni
differenti.
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