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mercoledì 26 febbraio 2014

Camere, per il momento, lasciano passare Renzi

Se il buon giorno si vede dal mattino, quello dato dal nascente governo Renzi non è dei migliori.

Lui che arriva al potere, abbiamo visto come, e parla alle Camere con spocchia. Il suo non è uno dei soliti discorsi programmatici. Renzi striglia i politici. Promette semplici ma necessarie rivoluzioni per ammodernare il sistema ma con gli stessi personaggi di sempre.

Le prime uscite pubbliche dei suoi “nuovi ministri” non lasciano presagire niente di buono dal punto di vista culturale e politico. Ripetono solfe già sentite. Tutti sembrano pieni di buone intenzioni ma vuoti di risorse concrete.

Conflitto d'interesse, impegno civico e cultura del sociale sono concetti di cui alcune menti chiamate per comporre la squadra sono piene altre completamente vuoti, anzi dimostrano di essere cresciuti nella cultura del bastone e della carota.

Gli esempi, nelle poche ore di esposizione pubblica nei talk show, sono molte e sintomatiche.

La mano in tasca del rampante Matteo e il suo parlare forbito da vero populista che si trova davanti al popolo come se fosse in campagna elettorale e fare incetta di consensi e non nelle sedi Istituzionali della Repubblica.

Anche il “cretino” che Poletti, neo ministro del lavoro, indirizza agli “incivili” che sporcano le strade con i rifiuti solidi urbani e che per rafforzare il concetto lo sposta nelle famiglie e prende in esempio il padre o la madre che invece di raccogliere la bottiglia lasciata per casa e dare il buon esempio con parole e gesti ai figli, perché dare del cretino non è, didatticamente ed emotivamente, affatto educativo e bello, è retaggio di una sottocultura fascistoide del tipo "mazz'e panelli fanno i figli belli".

Cioè, questi signori che hanno assaltato la diligenza e ci hanno fatti prigionieri sovvertono i ruoli.

Giocano apertamente la carta delle accuse ai cittadini che, se pur diseducati e oggettivamente con colpe da recuperare, piuttosto che rivedere onestamente le disarmonie causate da certe leggi e da determinati individui messi a gestire le emergenze. Quindi rifiuti, lavoro, ricerca, scuola e didattica, tributi, evasioni, tasse, aziende pubbliche e partecipate, tutte azioni e capitoli che compongono la complessa macchina dello Stato.
In sintesi piuttosto che ripartire con un buon programma dalle fondamenta solide e culturalmente allettante lontano dai dubbi spartitori attinenti al manuale Cencelli; degno della realtà italiana; condiviso nella nuova gestione della Repubblica Italia, il nascente governo Renzi e la sua squadra di volti riciclati e nominati sembra si pongano come castigamatti al servizio di non si sa chi menando un colpo alla botte e uno al cerchio.

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