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sabato 4 gennaio 2014

Befana 2014 amara per i dipendenti Abramo


Lavoro, equità sociale, utopie e contraddizioni.

Anche se molte sfumature rimangono incomprensibili, le linee guida del nascente 2014 iniziano a prendere forma ed esplicitano chiaramente i sacrifici che la maggior parte dei cittadini italiani siamo chiamati a sostenere.

In campo nazionale la bagarre sulla casa e sui tributi spalmati sui soliti contribuenti continua a cambiare nome ma non la sostanza, che, per certi aspetti, è peggiorata rispetto a quando si chiamava IMU.

Nel territorio calabrese i problemi si sommano in maniera esponenziale. In sintesi, una buona parte di cittadini sono proprietari di case; immobili in uso proprio come abitazioni principali o casette di villeggiatura che non producono reddito reale ma comunque soggetti a balzelli continui.

Luce, gas, spazzatura, acqua, urbanizzazione etc influiscono pesantemente sui bilanci familiari. Se a queste uscite non corrisponde un entrata adeguata si apre il baratro della disperazione. Sempre ché non subentrino malattie e sorprese varie come rotture e aggiusti inderogabili in casa (la macchina non è più tenuta in considerazione ma per chi è ancora costretto a tenerla sono dolori)

Abissi che i nuovi poveri conoscono drammaticamente bene.

Nonostante l'ottimismo paventato da Letta, purtroppo, l'Italia, e in prima battuta la Calabria, vede allargarsi la sacca di povertà sociale.

La Abramo printing e logistics, azienda cresciuta negli anni nel territorio catanzarese, apre la procedura per circa il 70% dei dipendenti e li pone in cassa integrazione.
Tradotto in numeri significa che 150 lavoratori, su circa 250, e relative famiglie per “colpa” della crisi saranno quanto prima senza lavoro.

Il LAVORO! Impegno remunerato che manca per i più. E senza lavoro il caos non tarda a invadere e oscurare le menti.

Il lato ruvido della realtà potrebbe invadere la bellezza dei sogni e coprirli con corazze di spine.