Vivo in una cittadina di provincia dove
ci conosciamo tutti quel tanto che basta per scambiarsi un “ciao
come stai” e poi, magari, criticarci dietro.
Insomma, la mia realtà non è tanto
dissimile dalle altre. Per questo motivo ometto la località esatta.
D'altronde, nello Stivale, non cambia granché al nord come al sud e
nelle isole.
La realtà virtuale, quella di
facebook, tanto per capirci, è differente. Là, nel mondo parallelo,
si fa a gara a chi è più buono, a chi riesce ad accontentare la
maggior parte dei contatti, diciamo, con destrezza, tanto per usare
un eufemismo e non dire paraculaggine. Tanto, spento il pc, tablet o
android, chi s'è visto s'è visto. Quel mondo è chiuso fuori!
Ciononostante, lo usiamo e, forse, ci
crediamo anche nei “mi piace che accumuliamo.
Qualcuno fa la corsa per superare i
5000 amici. Altri cercano solo i veri amici e qualcun altro, specie
nelle provincie, richiede l'amicizia a chiunque conosce per averlo
visto in giro ma non si sono mai salutati e presentati.
È di quest'ultima categoria che voglio
parlare perché, per motivi differenti che non sto ad analizzare, la
stragrande maggioranza dei facebokkiani è fatta così. E chiede
l'amicizia.
Capita, allora, di vedere, tra le
proposte del social network inerenti le amicizie che potresti
conoscere, la fotina di gente che non c'è più. E, se l'hai
conosciuta, in base ai ricordi, gioisci o t'incupisci.
Ma può accadere di non sapere della
sua dipartita e schiacci “invita”.
Passa qualche giorno, un mese, e pensi
“ ma che gli ho fatto per tirarsela così?
vuoi leggere anche l'amicizia al tempo di facebook 2?
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