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venerdì 13 luglio 2012

la crisi economica è salutare

Occupazione, lavoro, consumismo e socialità ai tempi della crisi.


Dal mio punto di vista (che è, per certi aspetti e secondo alcuni, privilegiato) vedo un mondo a colori. Colori dai toni forti, decisi, liberatori che ben si coniugano con lo stato d'animo dei ribelli e di quanti non accettano passivamente gli eventi.
Anime rock!, direbbe qualcuno. Poeti o artisti; direbbe qualcun altro. Sta di fatto che la realtà è, concettualmente, una continua sfida catartica.

Tra le sfide reali:
Il governo mette in atto strategie politiche sociali che accontentano alcuni e fanno torcere il muso ad altri.
Iniziano le trattative tra le parti sociali, governo, imprenditori, sindacati, indignati e gente che non vuole più essere strumentalizzata da nessuna delle parti: salari no, grandi patrimoni sì, no, perché, può darsi, potrebbe, ma...

E intanto, in questi giorni, in Spagna la rabbia popolare invade le strade per rispondere con sdegno ai rimedi del governo spagnolo contro la crisi (ricordiamo la sospensione della tredicesima mensilità, la riduzione delle ferie e dei permessi sindacali), mentre in Francia la Peugeot taglia migliaia di posti di lavoro.
Senza andare in giro per il mondo, rimanendo in Italia, è sufficiente osservare le strade e i supermercati semivuoti per avere contezza della povertà nella quale versano le famiglie degli italiani che campano con stipendi da dipendenti pubblici o privati ridotti ormai all'osso dalle manovre economiche dei vari governi che si sono succeduti.

Tra le grandi cazzate internazionali, che hanno contribuito ad arguire la crisi attuale, a parte la voracità del sistema bancario, il progetto sull'alta velocità, la TAV, che avrebbe dovuto prendere piede da Lione, bucare le Alpi, giungere a Torino, arrivare a Kiev e mettere sui mercati a velocità supersonica le materie che servono all'economia, pare non si faccia più per colpa della crisi economica che stiamo subendo, perché, giustamente, (finalmente!) la Francia indebitata ha capito che non serve a nessuno.

Si potrebbe concludere che la crisi economica riesce a correggere in parte la demenzialità umana che si abbatte sull'ambiente ma anche quella domestica allorché induce a rivedere le spese superflue e a non esagerare nell'accumulazione nevrotica dei prodotti, a usare la macchina con parsimonia e comprare roba utile. Insomma: non essere macchine voraci di ogni bene di consumo.

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