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martedì 19 giugno 2012

Catanzaro cancella il suo passato

L'indolenza dei catanzaresi (la maggior parte dei catanzaresi) continua a produrre danni irreparabili alla città.

Come spiegare se no lo scempio che l'amministrazione comunale sta compiendo nel quasi silenzio della maggior parte dei cittadini?
Ma andiamo per ordine.

Dopo lo scandalo delle elezioni, con la ratifica del consiglio comunale appena uscito dalle discutibili consultazioni, la giunta Abramo, come promesso, mette in moto i lavori a Catanzaro Sala nei pressi di quel famoso e tormentato “centro commerciale romani” fermo da troppi anni a causa di cavilli burocratici, denunce e interventi della magistratura.

Ma i lavori in essere non riguardano il “centro commerciale romani” bensì un vecchio sito industriale dove per moltissimi anni si è prodotto cemento per l'edilizia dove, secondo i ben informati, pare ci siano anche tracce di amianto.

L'ex cementificio di Catanzaro Sala è una vasta area abbandonata compresa tra la ferrovia che congiunge Catanzaro Lido fino al centro abitato del quartiere Sala nei pressi di un'altra opera incompiuta che avrebbe dovuto collegare la stazione di Sala alla funicolare e quindi col famigerato “centro commerciale parco romani” sorto sulla sponda destra del torrente fiumarella nella passata giunta Abramo.

L'ex area industriale è imponente e, come auspicato anche da alcune associazioni, l'area sarebbe da collocare nella storia dell'economia catanzarese e dintorni perché trattasi di “archeologia industriale” ancora tutta da scoprire e valorizzare a favore della città.

Ma non la pensa così chi governa il comune. Anzi, alcuni suoi esponenti lanciano proclami assurdi e confondono distruzione con riqualificazione eludendo le molteplici voci della società civile che invocano la bonifica e la riconversione dell'intera area per adibirla a scopi culturali.

L'interrogativo più grande è rivolto ai tantissimi artisti, donne e uomini di cultura... chi sono, che dicono dove sono? e se ci sono, forse non sono a conoscenza, al pari dei loro amministratori catanzaresi, che in Germania e in tantissimi altri posti e persino in Italia governanti e cittadini hanno saputo trarre benefici economici e culturali dai siti industriali dismessi dopo una intelligente rivisitazione strutturale e ricollocazione tematica?

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