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giovedì 25 agosto 2011

i tagli della politica in Calabria

L’estate del 2011 sarà ricordata per le eccessive altalenanti vicende sociali e politiche scoppiate nel mondo; le rivoluzioni dei popoli africani avvenute grazie al passa parola sul web; la caduta dei regimi totalitari; la disfatta della finanza e la bolla economica che partita dal mercato USA ha contaminato il mondo intero decretando la morte delle divise deboli; gli scandali, che hanno infangato uomini pubblici.
Gente illustre e arrampicatori sociali non sono rimasti indenni da attenzioni mediatiche specie laddove il tarlo della perfidia collettiva tormenta le singole ossessioni. Gruppi di potere che nonostante gli enormi danni causati al territorio e alle popolazioni con le loro decisioni affaristiche continuano imperterriti a decidere sulla pelle degli innocenti dove installare mostruose pale eoliche, catastrofiche centrali nucleari, costruire tunnel e strade, abolire parte del welfare, legiferare a favore delle caste tartassando la massa ignorante e asservita per necessità e spirito di sopravvivenza.

In questo clima la classe politica calabrese sembra abbia fatto un salto di qualità: consiglio regionale e giunta hanno deciso i tagli al costo della politica riducendo le commissioni e gli assessori esterni, le strutture speciali e quant’altro fa lievitare inusitatamente la spesa pubblica regionale.
Il tutto sarà ratificato ufficialmente il 19 settembre dal consiglio regionale, dove si deciderà anche la riduzione del numero dei consiglieri delle future assise regionali.

Ma, fino a prova contraria, la storia della politica lascia perplessi, d’altronde la Calabria ha visto aumentare i consiglieri e i relativi compensi in maniera esponenziale rispetto alle altre regioni d’Italia. Speriamo che nel frattempo qualcosa di rilevante inerente a: assessori esterni; commissioni; esperti; strutture speciali… non sia stravolto da interessi di parte e rimanga una semplice mozione d’intenti tanto per tacitare gli oppressi dalla crisi economica dal caldo e dalle stronzate rovesciate sotto il sole all’alba di un desiderato e non ancora realizzato nuovo giorno di fraterna solidarietà.

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