Proposta per il nuovo simbolo e nome del PD
N’altra volta l’ulivo? Nooo per carità! Non che abbia pregiudizi contro la nobile pianta perché è una specie arbusta che dà sostentamento all’economia contadina, e anche se fruttifica ogni due anni in maniera abbondante elargisce olio e olive da aggiustare in svariati modi: all’acqua, essiccate e infornate, intaccate, alla monacale e in tantissimi altri modi che la fantasia umana riesce a inventare. E proprio per questo, considerando che i dirigenti politici di sinistra vogliono riesumare la pianta a simbolo di partito, bèh, non sembra appropriato se consideriamo la piattezza programmatica e propositiva degli ultimi 20 anni dalla sinistra (pci, psi in primis) italiana, ma forse, a ben pensarci anche dal dopoguerra in avanti. E pensare che c’era stato quel fenomeno studentesco del ’68, subito ingabbiato e cavalcato da pci, pdup, lc, psup, ma anche da psi, pri, psdi, dc, cl, insomma da tutti! Tutti si sentivano figli e genitori del movimento studentesco. Tant’è vero che lo hanno piegato alle teorie che i ragazzi del 68 contestavano. Unico slogan attuato del periodo sessantottino: la fantasia al potere! Infatti i dirigenti hanno saputo gestire, proporre, insabbiare, ingarbugliare ideologie e crescite; hanno sovvertito i valori e sublimato i disvalori. Non s’inneggia al lavoratore onesto che per campare dignitosamente cambia il suo stato da imprenditore a dipendente ma si guarda con ammirazione l’avventuriero disonesto che gioca con i destini di dipendenti e familiari pur di mantenere lo status raggiunto con raggiri disonesti.
E pensare che il ramo d’ulivo è simbolo di pace e fratellanza; inizio di una nuova era, secondo la simbologia biblica che rappresenta l’abbassamento delle acque, e quindi la fine del diluvio universale, con la colomba esploratrice che ritorna nell’arca di Noè col rametto d’ulivo nel becco.
Però… e se la chiamassero ARCA, acronimo di “Associazione Ramificata Costantemente Anonima”?
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