Squillace, arroccata sul colle, osserva dall’alto la recente estensione urbana.
Lungo la strada provinciale, numerose abitazioni adagiate sulle colline protese verso il mare testimoniano la parsimonia e il legame della gente di Calabria al territorio d’origine.
Costruzioni realizzate in economia dai residenti, insediamenti turistici, villaggi residenziali, che d’estate accolgono una marea di turisti, rendono inadeguata la chiesetta della zona marinara di Squillace.
La chiesetta di S. Nicola ha spazi progettati per un esiguo numero di residenti e d’estate, la S. Messa è celebrata all’aperto.
squillace, castello dei borgia |
Lungo la strada provinciale, numerose abitazioni adagiate sulle colline protese verso il mare testimoniano la parsimonia e il legame della gente di Calabria al territorio d’origine.
Costruzioni realizzate in economia dai residenti, insediamenti turistici, villaggi residenziali, che d’estate accolgono una marea di turisti, rendono inadeguata la chiesetta della zona marinara di Squillace.
La chiesetta di S. Nicola ha spazi progettati per un esiguo numero di residenti e d’estate, la S. Messa è celebrata all’aperto.
Finalmente, Squillace Lido, propaggine del centro storico cassiodoreo, offre un riparo ai fedeli: sullo spiazzo affianco alla chiesa, da poco, si erge una pratica tettoia, inaugurata domenica 7 febbraio dal vescovo della diocesi di Catanzaro/Squillace, Mons. Antonio Ciliberti; nell’occasione, i parrocchiani hanno voluto testimoniare il loro affetto al prelato con un quadro realizzato nel laboratorio creativo e corredato da una pergamena che recitava:
Eccellenza reverendissima, Mons. Antonio Ciliberti,
Siamo “Quelli del lab/oratorio”
Un gruppo eterogeneo composto di adulti e ragazzi, ci incontriamo nel tardo pomeriggio tre volte alla settimana nei locali messi a disposizione dalla chiesa parrocchiale guidata dal nostro caro parroco padre Piero Puglisi.
I ragazzi, dopo le lezioni, hanno l’opportunità di giocare e frequentare un corso di pittura.
Il laboratorio creativo, tenuto dal maestro Mario Iannino, è un luogo dove ognuno estrinseca personalità e concetti creativi in armonia col proprio essere, in piena libertà. Il nostro spazio lo abbiamo personalizzato con le impronte cromatiche di piccole mani. In occasione della vostra benevole visita abbiamo voluto realizzare un’opera che tocca i temi della pace, della fede, della disoccupazione delle difficoltà della vita e le asperità che si incontrano non solo nella nostra regione. Così il maestro ha iniziato una lezione e ci ha fatto capire che quando osserviamo un quadro il messaggio del pittore si deve cercare nelle figure che compongono la tela perché ad ognuna di esse l’artista assegna un valore.
Il laboratorio creativo, tenuto dal maestro Mario Iannino, è un luogo dove ognuno estrinseca personalità e concetti creativi in armonia col proprio essere, in piena libertà. Il nostro spazio lo abbiamo personalizzato con le impronte cromatiche di piccole mani. In occasione della vostra benevole visita abbiamo voluto realizzare un’opera che tocca i temi della pace, della fede, della disoccupazione delle difficoltà della vita e le asperità che si incontrano non solo nella nostra regione. Così il maestro ha iniziato una lezione e ci ha fatto capire che quando osserviamo un quadro il messaggio del pittore si deve cercare nelle figure che compongono la tela perché ad ognuna di esse l’artista assegna un valore.
In virtù di questa lezione abbiamo voluto stigmatizzare nel quadro che le offriamo concetti verbali inerenti la ricerca interiore dell’uomo e la sua tribolazione per raggiungere uno stato di grazia in armonia con le parole del Vangelo.
Nello specifico, abbiamo trattato:
· L’acqua come rappresentazione della vita;
· la strada tortuosa, simboleggia le difficoltà che s’incontrano lungo il cammino di ognuno di noi per raggiungere la pace;
· la vegetazione spartana, composta da piante di fichi d’india, rappresenta il carattere apparentemente rude del meridionale.
(Nel paesaggio calabrese, la pianta dei fichi d’india è una varietà vegetativa che cresce e fruttifica senza l’intervento amorevole dell’uomo persino sulle rocce. Ha foglie larghe e carnose punteggiate di aculei; anche il frutto, variegato nei colori e nel sapore, e protetto da una corazza carnosa ricoperta di spine, che, se lasciata macerare nell’alcol trasmette al liquore ottenuto qualità organolettiche digestive).
Un’ulteriore catarsi avviene nella trasformazione del fico d’india posto alla sinistra del quadro trasformato in grappolo di palloncini a rappresentare sogni e preghiere. Il fine ultimo della catarsi è raffigurato nei simboli cristiani della colomba e della croce abbozzati nel cielo.
Eccellenza, in questo quadro abbiamo voluto metterci tutti i problemi dell’uomo contemporaneo: sofferenze, lotte quotidiane, frustrazione per la mancanza di un posto di lavoro, quindi, soldi che non bastano mai specie se spesi per curare malattie. Ma, nonostante le ambage, abbiamo voluto evidenziare come questa comunità cerca di affrontare le difficoltà e non si ferma al primo ostacolo: confidando nella nostra maggiore forza riposta nella Luce, la Luce della fede che Cristo, per mezzo dei suoi operatori, ci trasmette.
Sicuramente eccellenza non sarà un quadro che starà appeso ad una parete per fare pendant con il salotto ma piuttosto con il cuore di ogni uomo che avrà l’opportunità di guardarlo…
Domenica 07 febbraio 2010/SV
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