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sabato 28 settembre 2024

Radici, lontananza e dispersione parentale

 

Saremo parenti? Chiese il ragazzo nel sentire lo stesso cognome. Un cognome non eccessivamente comune, tutt'altro. Non so. Rispose l'interlocutore. Sai, in famiglia , per devozione al Battista c'è sempre un "Giovanni", un figlio che per devozione al santo acquisisce il nome di Giovanni. Se nella tua famiglia ce n'è uno, allora la radice potrebbe essere comune. Potremmo essere parenti.

Il ragazzo fece una veloce disamina passando nella testa gli zii paterni diretti: zio Turi, Salvatore. Papà Vincenzo. E le zie: Rosaria e Maria. No, non c'è nessuno, disse in risposta. Poi, però, ricordò un episodio di moltissimi anni addietro, risalente addirittura a quando aveva si e no sei sette anni. Stava giocando sotto casa. Tirava calci ad un pallone di pezza quando un signore, una persona distinta dal portamento elegante dalla pelle bianca e con i capelli brizzolati e occhi chiari lo interruppe distraendolo dal gioco: è in casa Vincenzina? Si! Ceee' -gridò all’indirizzo di una finestra aperta- c'è uno che ti vuole. Chi è? Non lo so. Uno.

La sorella maggiore si affacciò dalla finestra dopo avere tolto la piccola dal seno e la poggiò nella culla. Stava allattando!

Oh zio caro salite salite. Il ragazzo si mise alle sue calcagna. Salì insieme a lui.

Furono abbracci e baci e scese anche qualche lacrima di gioia.

Erano trascorsi molti anni da quando lo zio Gianni partì e si stabilì in Val d'Aosta dove costituì la sua famiglia .

Un uomo?! Lo Canzonò la sorella. Questi è zio Giovanni! Non lo conosci?

E no! Certo che no! Come potevo riconoscerlo se quando lui è partito, ero ancora in fasce?

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