La forma dell’acqua.
Parlare di acqua in questo momento è come parlarle di corda
nella casa dell’impiccato.
L’Emilia Romagna è quasi sott’acqua! È il secondo anno consecutivo che le piogge improvvise , puntuali, hanno ingrossato fiumi e torrenti facendoli straripare.
La natura impalpabile modella il prezioso liquido adattandolo
ai contenitori. Non ha una sua forma definita a priori. Ha solo la necessità di
abitare spazi congrui e quando questi le sono sottratti, l’acqua, se li
riprende.
La pianura bonificata dagli uomini per il sostentamento
necessita di attenzioni continue. E quando ciò non avviene laddove è carente la
devastazione è garantita come la morte.
Gli argini degli alvei riaprono squarci nei punti in cui le
relative manutenzioni programmate ma non esperite presentano vie d’accesso alle
inondazioni.
E mentre la popolazione frustrata reagisce, Puntuali, arrivano
le accuse. Il gioco al massacro, indecoroso, tracima peggio dell’acqua sui
territori mentali insozzando anche le giovani menti.
Servire con disciplina e onore è diventata un’opzione.
Deprimente nascondersi dietro il dito. Non si può imputare
ogni evento climatico al riscaldamento prodotto dalle macchine e dalle
industrie inquinanti. E i bombardamenti? In quale categoria l’inseriamo? Che peso
hanno sul cambiamento climatico, sospendendo per un breve attimo l’annientamento
dei esseri viventi e ogni cosa viva sui terreni bombardati?
La scienza, i
progressi tecnologici, gli studi sull’intero cosmo sembrano inutili.
Eppure, una volta, e ancora oggi, i contadini osservano la
luna per coltivare e mettere a dimora i prodotti della terra. Costruiscono barriere
per proteggere il raccolto e curano la terra, madre di tutti.
Antropologicamente, gli sciamani, osservavano, pregavano,
davano consigli affinché l’ordine delle cose funzionasse armoniosamente se pur
in assenza di comprovate ricerche scientifiche il loro ruolo serviva alla
collettività.
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