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venerdì 24 maggio 2024

Sanità e diritti dei cittadini

 

Migrazioni.

Vi sono diverse forme migratorie. E gli esseri viventi le praticano per vivere o sopravvivere. Le migrazioni sanitarie, da quando il servizio nazionale instituito per salvaguardare tutti da patologie connaturate alla vita stessa è stato “lottizzato e privatizzato”, sono diventate una necessità.

Si dice che le aspettative di vita siano aumentate, ed è vero! La ricerca ha fatto passi da gigante ed è riuscita a debellare malattie virulente, mortali fino a qualche decennio addietro.

Purtroppo non tutti possono effettuare il “turismo sanitario!” , tutt’altro!

Le fasce di povertà si sono allargate. Moltissimi non possono permettersi test e visite basilari: il servizio sanitario pubblico ha code d’attesa assurde. Alcuni muoiono prima delle date prenotate e altri disattendono gli appuntamenti salomonici ma tardivi, eccessivamente lontani dall’insorgere dei disturbi.

Cosicché, chi può permetterselo, dirotta le aspettative nella sanità privata convenzionata parzialmente e non: la prima visita con anamnesi è sempre a pagamento dal luminare di turno. E poi c’è da seguire la terapia. Un elenco interminabile di medicine e analisi post e preoperatorie difficile da cui potersi sottrarre.

Le regioni del sud sono divenute terre di enorme ricchezza per le “eccellenze sanitarie” del nord Italia che, guarda caso parlano meridionale: nomi e cognomi dalla radice semantica magno greca e decisamente bruzia prestano la loro opera nelle maggiori isole sanitarie rinomate e osannate dalle narrazioni popolari.

Lo spirito di conservazione impone di lottare. Tentarle tutte fino alla fine! Sarà questo attaccamento morboso alla vita che muove le azioni degli specialisti della comunicazione scientifica? Oppure è amore per la qualità della vita?

Tra teorie auliche e finanze concrete, quanti possono permetterselo, si aggrappano speranzosi.

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