Bozzetti giovanili.
In una cartella nascosta, tra altri faldoni allineati in uno dei ripiani dello studio, stamane, ho rinvenuto dei cimeli di archeologia grafica risalenti, appunto, all'età dei, quasi, primi amori e convincimenti politici sbocciati tra i banchi di scuola e fortificati nell'ambiente di lavoro.
Erano gli anni delle lotte ideologiche. L'età in cui si crede nella bontà dei propri convincimenti e nel lavoro di proselitismo che invade ogni settore. Anche la pittura ne era contaminata. Le raffigurazioni, per certa critica, doveva essere descrittiva, narrante di lotte per l'emancipazione dalla schiavitù del lavoro alienante etc etc.
-"lotta di classe" archivio M. Iannino- |
Chi non ha voluto, almeno per un attimo, pensato e sperato di cambiare il mondo? Impegnarsi per dare voce ai deboli e lavorare per costruire una società più giusta?
Oggi, davanti all'implosione dei valori sociali, (vedi lavoratori cococo, socialmente utili, rider e tutti gli sfruttati in genere che pur di campare accettano di tutto) quanti abbiamo pensato di “cambiare il mondo” dovremmo soffermarci seriamente sul fallimento di quelle che sono state le linee guida del mancato cambiamento e, più che noi, quanti hanno partecipato ai giochi di "governo e di potere" recitare un profondissimo mea culpa. Fare ammenda degli errori incontestabili e provare a iniziare il rinnovamento da noi stessi.
Cambiare noi stessi:
Lasciando la libertà di sbagliare affinché dall'errore individuale nasca l'emancipazione collettiva desiderata.
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